Dire che il Pd si fa sempre più partito-Stato, può sembrare un’osservazione forte, ma molti elementi la suffragano. In primo luogo nel famoso ventennio berlusconiano, il Pd ha governato la metà degli anni, possiamo quindi parlare di ventennio dimezzato. Poi, dalla fine del 2011 è stato sempre al governo, con l’eccezione del Conte uno, durato circa un anno. E’un decennio in cui il Pd ha sempre governato, pur senza mai aver vinto le elezioni, anzi l’ultima volta le aveva perse rovinosamente. In questi anni anche a causa della buona sorte nelle scadenze, il Presidente della Repubblica è sempre stato vicino o organico al Pd, da Scalfaro a Ciampi, da Napolitano a Mattarella, ciò ha determinato equilibri favorevoli al Pd nella formazione degli organi giudiziari, come la Corte Costituzionale e il Csm, dove il potere di nomina del Presidente è tutt’altro che irrilevante. Il Presidente della Repubblica, oltre a un forte potere di nomina, presiede la Magistratura e le Forze Armate, ha un forte potere di indirizzo e di condizionamento dei governi, sia in fase di nomina, che di approvazione di leggi e decreti. Non ricordiamo atti particolarmente avversi ai governi del Pd, mentre è difficile negare il ruolo di Scalfaro nella caduta del primo governo Berlusconi e di Napolitano in quella dell’ultimo. Pure Mattarella rischiò la crisi istituzionale, dicendo di no a Savona ministro del Tesoro nel governo giallo verde, per poi approvare ministri del Conte due che avevano ben meno qualità dell’attuale Presidente Consob. Pure la vicepresidenza del Csm, l’organo di autogoverno della Magistratura, è da tempo appaltata a ex deputati del Pd, da Nicola Mancino, a Legnini, che, sceso dall’alto scranno, si è candidato a presidente dell’Abruzzo e dopo la trombatura elettorale è stato nominato commissario per le zone terremotate. Fino all’attuale Davide Ermini, alla cui nomina hanno lavorato tutte le correnti interne, comprese Magistratura Indipendente e Unicost di Palamara. Le stesse che si intrattenevano all’hotel Champagne con il deputato del PD, Lotti, già braccio destro di Renzi, per concordare le nomine dei capi delle Procure. Ora che il Pd sia egemone nei giornali e nelle Università, può dispiacere a qualcuno, ma fa parte delle cose, la sinistra ovunque è forte in questi ambienti, mentre la destra è forte nei settori economico- finanziari. Diverso e molto grave è invece lo stretto legame tra Pd e Procure, che condiziona pesantemente la vita democratica del Paese, come abbiamo visto anche a Reggio, dove una dettagliata informativa che indicava legami fra la ‘ndrangheta ed esponenti dell’amministrazione comunale e del Pd, è stata completamente ignorata dal Pm del processo Aemilia, che poi dopo essere stato nominato Procuratore capo a Reggio Emilia, ringraziava il Palamara: come si vede, tutto si tiene. A differenza degli altri paesi, in Italia anche il sistema finanziario è legato alla sinistra, cioè al Pd. I maggiori azionisti di Intesa, la prima banca del Paese, sono le Fondazioni Cariplo e S Paolo di Torino, i cui vertici sono uomini del Pd. Per anni il Presidente di Intesa è stato Bazoli, uno dei padri nobili della sinistra cattolica e pure l’attuale Presidente ha sviluppato la sua carriera all’ombra di Romano Prodi. Profumo, il banchiere che ha costruito Unicredit, si vantava di recarsi a votare alle primarie del Pd per Rosy Bindi e ora è stato nominato ai vertici di Leonardo. Nessuno pertanto si scandalizza che a presiedere Unicredit vada l’ex ministro Padoan, tuttora deputato del Pd, eletto per ironia della sorte a Siena, la città di MPS, banca portata al fallimento e caricata sulle spalle dei contribuenti da una lunga sequela di pseudo manager, rigorosamente del PD. Come si vede, tutto si tiene. Né si può negare che il Pd sia il partito del Deep State: burocrati, generali, ambasciatori, guardano con favore a chi protegge le loro qualità e soprattutto garantisce i loro grandi privilegi. Terrorizzati dalla vittoria grillina, ora dormono sonni tranquilli: quelli che dovevano aprire il sistema come una scatola di tonno si sono rivelati dei veri tonni e poi anche a loro piace vivere bene nella placida e corrotta capitale, dove l’unica bestemmia è la parola meritocrazia. E’questo deep state che è collegato a quello degli altri stati e soprattutto agli eurocrati, che ha fatto sputare sangue al Conte uno e che oggi lo sostiene a vele spiegate, tanto, finita la pandemia, i debiti li dovranno pagare gli italiani con una corposa patrimoniale. Insomma, gli unici che hanno la patente per governare in Italia, sono quelli del Pd. Però se questo accade, è anche per colpa di un centro-destra che non ha mai saputo costruire i quadri dirigenti, le relazioni internazionali, una seria cultura del governo e perché no, del Potere. Quando De Gasperi mandò i comunisti fuori dal Governo e fece ripartire il Paese, aveva un’idea, una squadra e un popolo. Il centrodestra attuale ha solo un popolo. Al Pd forse manca il popolo, ma ha una idea che è conservare il potere con chiunque, a qualunque costo, fino alla morte, ovviamente del Paese e ha una classe dirigente adattissima a questo scopo, basta pensare a Franceschini o Delrio, per capire che sono sugheri inaffondabili. Cattolici adulti, a volte divorziati, frequentatori dei sacri palazzi di oltre Tevere e sostenitori della pillola del giorno dopo. Come si vede, tutto si tiene.
Devi accedere per postare un commento.