A modo suo il DDL Zan una rivoluzione l’ha già fatta. E’ riuscito a ribadire che il Pd ha a cuore due cose: il potere e i diritti, ma solo quelli della zona delle mutande. Infatti la fermezza spesa sul tema, giusto per carità, dell’omotransfobia, non si vede quando si parla di lavoro e diritti dei lavoratori ed è riuscito a erigere un “muretto” tra la gerarchia ecclesiastica e il Pd, fin qui uniti nella difesa di valori nobili e politicamente corretti come il tema dell’accoglienza e delle porte aperte all’immigrazione, pur se silenti sui problemi degli italiani vicini di pianerottolo. Un muretto dicevamo, infatti il cardinal Bassetti, capo della Cei, dichiara che per carità, senza alcuna “ingerenza”, “senza mettere in discussione la laicità dello Stato, si potrebbe pensare a qualche modifica, nulla rispetto alle barricate erette ai tempi di Ruini sulle unioni civili. Suona quindi un po’ strano che, a fronte di una richiesta di interlocuzione, le barricate le abbia erette proprio Letta, un beniamino del mondo cattolico e il prototipo dei cattolici adulti. Va bene, come dice il ministro Guerini, dimenticarsi di De Gasperi, ma dimenticarsi pure di Togliatti è troppo, perché la questione cattolica c’è ancora, perché è nel Paese, anche se ormai nessuno riesce a spiegarla e raccontarla. Perché se si esce dagli steccati bisogna dire che il DDL Zan è più un manifesto ideologico, che una legge ben scritta e diciamo, con chiarezza necessaria. A questo punto uno si chiede dove sono finiti i cattolici adulti, che le gerarchie hanno coccolato secondo i detrattori, ma di certo hanno scelto come interlocutori privilegiati. Sono silenti, ovviamente per nobili motivi attinenti alle loro carriere o perché sognano la Presidenza della Repubblica come Prodi o perché tengono al seggio come Delrio, per non parlare di Franceschini che tiene sia all’una che all’altro. L’unico che ha parlato è stato Castagnetti e ha detto cose sagge, avendo, supponiamo presente, sia il bisogno della legge che quello di non erigere muri, quando la chiesa evita di farlo.
Perché una volta la “questione cattolica” la sinistra, anche quella comunista, ce l’aveva ben presente.
Perché il Pd era nato per unire le culture che il Novecento aveva diviso e per non far sentire nessuno ospite sgradito. Perchè il Pd non è un partito radicale di massa e su questi temi sarebbe necessario il confronto per una legge più avanzata, che difenda diritti senza la tentazione sottesa di voler imporre un nuovo ordine di valori.
In questa sagra dell’ipocrisia, in questo assurdo politico, Castagnetti parla chiaro forse perché, non essendo più in Parlamento, non deve tenersi buono il Segretario, a differenza dei molti cattolici adulti della nostra città eletti nei consigli comunali, regionali e in Parlamento, che vedremo tra non molto aggirarsi per le parrocchie cercando voti e preferenze, ma certo non in nome della legge Zan.
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