Il Ministro Passera ed il conflitto d’interessi

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Chi è il ministro Corrado Passera, questo manager dalla rapida carriera che è giunto ai vertici della maggiore banca italiana e poi, ultimamente, si è dedicato al compito, vero o presunto che sia, di salvare l’Italia? Corrado Passera, l’attuale ministro allo Sviluppo Economico Infrastrutture e Trasporti del Governo Monti, nel 1980 è entrato in McKinsey, dove è rimasto per cinque anni. Successivamente intraprese una collaborazione con il gruppo di Carlo De Benedetti, che lo vide inizialmente impegnato in CIR, la holding del Gruppo, dove ricoprì la carica di Direttore Generale fino al 1990.

Nel 1991 divenne direttore generale di Arnoldo Mondadori Editore e, a seguire, del Gruppo Editoriale L’Espresso. Sempre nel corso della collaborazione con il Gruppo CIR, Passera è stato co-amministratore delegato del Gruppo Olivetti (da settembre 1992 a luglio 1996), periodo durante il quale l’azienda ristruttura drasticamente il settore informatico e si espande nel settore telecomunicazioni con la creazione di Omnitel e Infostrada. Nel 1998 il Governo lo nomina amministratore delegato di Poste Italiane. Nel 2002 Passera lascia l’incarico alle Poste e viene chiamato a ricoprire la carica di amministratore delegato di Banca Intesa, nata nel 1998 dall’integrazione di Cariplo e Banco Ambrosiano Veneto. Nel 2008 è advisor dell’operazione di salvataggio Alitalia, che rafforza il monopolio nel trasporto aereo su molte tratte nazionali. Nello stesso anno fa parte della cordata di imprenditori soci di Cai, presieduta da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, che si uniscono per l’acquisto dell’Alitalia, a seguito della rottura del patto che avrebbe dovuto legare la compagnia alle sorti di Air France. Premesso che ogni persona porta nel presente l’esperienza del proprio passato, la domanda fondamentale che molti si pongono è però questa: può, chi è stato Amministratore delegato della maggiore banca italiana ritenersi al di sopra delle parti e al riparo da conflitti di interesse?

Di fatto Passera si trova, come Ministro, a controllare e a decidere se finanziare quelli che fino a poco tempo prima della sua nomina erano i suoi clienti e soci nella grande industria italiana. Oltre ad un problema di compatibilità istituzionale fra le funzioni precedenti e quelle attuali, vi è anche un aspetto personale che merita attenzione: il ministro Passera ha dichiarato al Corriere della Sera del 31 dicembre 2011, di avere venduto, si presume in Borsa, tutte le sue azioni di Intesa San Paolo rimaste in suo possesso anche dopo la sua nomina a ministro, avvenuta il 16 novembre precedente. Ebbene, cominciamo da questo fatto per riflettere: secondo i dati disponibili nel sito di Intesa San Paolo, Corrado Passera, finché era Amministratore delegato, risultava possedere 8.638.641 azioni ordinarie, circa lo 0,05 del capitale della banca. Al prezzo di Borsa del 30 dicembre 2011, pari a 1,294 Euro, il valore di questo pacchetto era di circa 11 milioni di Euro. Dopo la supposta vendita, ad un soggetto ignoto, delle azioni in possesso del ministro Passera, il problema del conflitto di interessi non appare però risolto.

Ecco, a tal proposito, alcuni esempi significativi: come viceministro per le Infrastrutture è stato scelto un alto dirigente di banca Intesa, Mario Ciaccia, che era a capo della Biis S.p.A, il braccio operativo di banca Intesa per finanziare infrastrutture, autostrade e grandi opere pubbliche. La stessa Biis, banca del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha rilevanti interessi nelle autostrade: secondo il bilancio 2010 possiede il 31,6 per cento della Brescia-Padova, il 39,7 per cento della società Autostrade Lombarde e il 26,1 per cento della Pedemontana Lombarda, opera, quest’ultima, da costruire con ingenti finanziamenti, che Intesa è interessata ad erogare, ovviamente guadagnandoci. Ebbene dal 1° gennaio 2012, sono scattati gli aumenti dei pedaggi autostradali; quest’anno però, a decidere, c’è un ministro che solo poche settimane prima guidava una banca azionista anche delle autostrade che beneficiano degli aumenti dei pedaggi. Fra le competenze affidate a Passera vi sono anche quelle in precedenza affidate all’ex ministero delle Comunicazioni ed in seguito accorpate nel ministero dello Sviluppo economico: ebbene, Intesa è tra i grandi azionisti di Telecom Italia ed uno dei principali finanziatori di Mediaset e delle controllate Fininvest. La decisione se mettere a gara o meno le frequenze televisive digitali ha quindi un impatto su Telecom Italia, che possiede l’emittente La7, ma anche su Mediaset. A questi casi di potenziale conflitto di interesse, si aggiunge quello della nuova Alitalia, nata da una cordata promossa da banca Intesa nel 2008. Nel campo del trasporto ferroviario vi è poi il caso della società Ntv, di Montezemolo, Della Valle e Ponzo: fra i soci, con il 20 per cento, vi è ancora banca Intesa.

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