Fa un po’ specie che anche il Governatore Draghi dichiari di condividere le proteste dei giovani contro i guasti della finanza, nel momento in cui assaltano la Goldman, di cui è stato autorevole dirigente ed assediano la Banca d’Italia, accusando la Bce, che si prepara a presiedere, di voler far pagare loro il conto di un pranzo che non hanno mai consumato. Fa impressione perché segnala che la malattia è più grave di quanto si veda e che i medici procedono per sperimentazioni terapeutiche, nella speranza che il paziente sopravviva.
Come sempre i guai arrivano tutti assieme, quando si sceglie di ignorare i primi sintomi, confidando, irresponsabilmente, che passi la nottata e all’alba ritorni il sole. Era prevedibile che le piazze sarebbero esplose quando la disoccupazione, in particolare quella giovanile, ha raggiunto le due cifre in molti paesi: Italia, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti, per citarne solo alcuni, tra quelli che una volta erano locomotive del mondo. Solo che la medicina, i tagli alle spese, è molto amara e aggrava, almeno inizialmente, il problema. Mentre l’altro farmaco, la crescita, finisce per beneficiare soprattutto i paesi emergenti e non l’occidente, alle prese con un welfare troppo generoso con chi si è seduto a tavola per tempo. Non esisterà beatitudine per gli ultimi, perché i primi sono stati troppo voraci e non vogliono né contenersi, né aggiungere posti a tavola. Purtroppo la classe dirigente è divenuta Casta e non intende rinunciare ai suoi privilegi e ai suoi bonus. Questo scatena la rabbia e mette a nudo l’impotenza dei governanti, compreso il mitico Obama, che è costretto a fare marcia indietro sulla riforma sanitaria, dopo averlo fatto nei confronti dei padroni di Wall Street, che lo hanno svillaneggiato quando ha timidamente parlato di ridurre i loro compensi, di introdurre nuove regole non se ne parla neppure. Così, quando i mercati salgono, i ricchi diventano più ricchi e quando scendono, tutti diventano più poveri ed i governi stampano sempre nuova moneta, per rendere liquido un sistema, che non trovando impieghi nell’economia reale, crea nuove bolle finanziarie. Forse questo pensava il Governatore, cioè che il sistema non regge e che le regole vanno cambiate, perché avanti di questo passo, abbiamo tolto il presente ai giovani, ma stiamo per togliere il futuro a tutti. Speriamo che Draghi, futuro primario, oltre alle parole di conforto, abbia anche una ricetta: per il poco che sappiamo di lui, saremmo propensi a dire di sì, o almeno a sperarlo.
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