Chi l’ha detto che i funerali devono essere tristi? Quello di Madiba è stato una festa: di colori, musica e preghiere e anche un grande party per tutta l’aristocrazia del potere. Ottanta Capi di Stato, non mancava nessuno di quelli che contano molto ed anche poco, è stato un festival di sorrisi, come alle feste di ex alunni. Obama che stringe le mani a Raul Castro, ma non c’è ancora l’embargo? La premier danese, complimenti, bella donna, che si fa corteggiare da Cameron e Obama contemporaneamente e immortala la scena sul telefonino per le amiche di FB. I due fanno i galletti, al punto che Michelle, che non è la Clinton, si rompe le scatole e si interpone tra lei e l’eccitato Barack. Bel funerale: il Nobel per la Pace, il campione della libertà, salutato da dittatori e guerrafondai, mentre il discorso di commiato è affidato al suo successore, uno zulù descritto dai giornali come corrotto e puttaniere. Per non parlare dei suoi familiari, che si arricchiscono con i gadget di Madiba, in questo caso veramente un padre generoso, mentre dignitosamente la sua ultima compagna, Grazia Machel, si ritira in silenzio. Anche nel carnevale s’ incontrano persone serie. Non si capisce più né che cosa si sta celebrando, né chi sia morto. In compenso a Reggio Emilia, nella città dell’ex sindaco Delrio, dove la gente fa la fila alla mensa della Caritas, il Comune stampa manifesti per ricordare l’eroe scomparso, non si diceva una volta: “non fiori ma opere di bene”? Chissà se Mandela si è rivoltato nella tomba o ha sorriso della pochezza degli uomini.
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