Il duplex Mattarella Draghi ha fatto un capolavoro

 Ed è Draghi che va e ritorna il sereno…Tutti sanno che il professor Mario Draghi è un tecnico di valore, noi per averlo incrociato negli anni in cui era direttore generale del Tesoro, avevamo pure intuito che era un politico fine. Il suo governo, che scontenta molti, ne è la prova plastica.  Bisognerebbe pertanto evitare di  dare del governo composto dal professore, una lettura  banale, di pancia, come ormai ci ha purtroppo abituato la politica. E’ sicuramente un governo di alto livello, ma contiene al suo interno, appunto, più livelli: i ministeri che conteranno davvero per la realizzazione del Recovery e delle riforme ad esso legate, sono tutti nelle mani di tecnici vicini a Draghi e Mattarella: Tesoro, Transizione digitale e ambientale, Infrastrutture, Giustizia, se aggiungiamo Scuola, Università e Interni, quasi tutti i ministeri di spesa sono controllati da tecnici. Ai politici sono rimasti molti posti e pochi portafogli, con una sapiente ripartizione dei primi, che tiene conto dei seggi e non dei sondaggi: quattro ai 5 Stelle, tre a Lega, Pd e Forza Italia, uno a Italia viva e Leu, non è difficile intravvedere nella ripartizione la sapiente mano di Mattarella, che è pure intervenuto nel tener conto dei dosaggi interni. Per quanto riguarda il Pd, un ministro per corrente, ma Guerini e Franceschini sono più legati a Mattarella che all’ evanescente Zingaretti. In Forza Italia sono stati nominati i più moderati e filo Draghi e pure nella Lega sono stati scelti ministri diremo draghiani d’antan, a cominciare da Giorgetti. Per quanto riguarda i 5 Stelle, tolti i due ministri minori, Patuanelli è stato retrocesso all’Agricoltura e Di Maio è restato agli Esteri, però Draghi non è Conte, infatti non ha voluto il ministero per i rapporti con l’Europa, facendo intendere che farà pure il ministro degli Esteri e Giggino girerà il mondo come accompagnatore turistico, dubitiamo che ad esempio Biden si accontenti di parlare con Di Maio. In un governo di tutti è facile trovare motivi di scontento e ministri politici non all’altezza, ma come si dice: il pane si fa con la farina che gli italiani ti danno, e questi politici sono quasi tutti già stati al governo e non mi paiono neppure peggiori di quelli di Conte. Brunetta sarà magari un vecchio arnese, ma ha un ben diverso curriculum rispetto a tutti i ministri grillini, anche a quelli degli altri partiti. Con sapiente regia il duplex Draghi- Mattarella ha dato il Lavoro al Pd, costringendolo ad occuparsi di operai, anziché di banchieri e l’industria alla Lega, mentre i tecnici controllano la grana, a Orlando e Giorgetti, sono state affidate le grane, i tavoli di crisi e i licenziamenti. Con un pizzico di perfidia, non si può non vedere che saranno pure costretti a lavorare insieme, il che inevitabilmente o porterà alla guerra o più probabilmente dato il periodo, ad una legittimazione reciproca di cui tutti hanno bisogno. Nelle scelte del duplex vi è pure una serie di dita negli occhi all’ex premier Conte, per l’esattezza tre: la nomina del dottor Franco al Tesoro, di cui era direttore generale e venne attaccato da Rocco Casalino con l’epiteto “tecnico di m..”, di Garofoli al sottosegretariato del premier, pure lui cacciato dai grillini, e di Colao, preso per i fondelli da Conte. Come dice un ormai stanco Beppe Grillo: Draghi si è rivelato furbo, ma corretto, ha infatti concesso il ministero della Transizione ecologica al comico, ma lo ha modellato a suo modo e ha scelto un tecnico, non Patuanelli o Costa. Ha concesso a Salvini il dicastero delle disabilità e glielo ha affidato con la nomina della Stefani, che ovviamente potrà fare poco. Come si vede gli assegni non erano scoperti, ma di difficile incasso. Di certo la lotta alla pandemia, dove si è giustamente scelta la continuità, Speranza doveva stare comunque al governo, dovrà segnare un cambio di passo, sostituendo Arcuri con un personaggio alla Cottarelli, mentre il Recovery è in ottime mani, le riforme della giustizia civile, della burocrazia e quella fiscale, non dovrebbero trovare grossi ostacoli. Per quelle più divisive, come la giustizia penale, toccherà alla saggezza dei partiti, se la avranno. A modo suo il duplex Mattarella- Draghi, ha fatto un capolavoro, per arrivare almeno alla elezione del Presidente della Repubblica, in modo condiviso e pure questo è un grosso risultato, se le cose andranno bene potremmo assistere ad una rielezione a tempo di Mattarella, con il premier che continua il suo lavoro, se invece il clima politico sarà agitato, avremo Draghi al Quirinale e elezioni anticipate.

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