Il debito pubblico e le colpe rinfacciate

Oggi i politici tendono ad attribuire al debito pubblico tutte le responsabilità dell’attuale crisi economica, trascurando le responsabilità delle banche e della speculazione finanziaria. La coalizione di centro- destra, guidata da Silvio Berlusconi, ha sempre sostenuto che si è trovata a gestire un debito pubblico esorbitante, per colpa dei Governi di centro- sinistra degli anni settanta ed ottanta. Il centro -sinistra, a sua volta, ha rovesciato questa versione, affermando il contrario, e cioè che il principale responsabile di un debito pubblico che ormai ha raggiunto quota 1900 miliardi, è stato il Governo Berlusconi. E’ inevitabile pensare, di fronte a queste versioni opposte e contrastanti dei fatti, che qualcuno abbia mentito agli italiani. Vi è però una contraddizione palese nella versione del centrosinistra: ieri sosteneva che la colpa delle difficoltà economiche dell’Italia andavano addossate interamente a Tremonti, ministro del centrodestra, ed alla sua politica dei tagli della spesa pubblica; oggi lo stesso centrosinistra appoggia un Governo, quello guidato dal bocconiano Monti, che non ha diminuito i tagli alla spesa pubblica, anzi li ha aumentati, soprattutto nell’ambito sociale e previdenziale ed ha incrementato in modo considerevole il prelievo fiscale. Dunque, viene da chiedersi: i tagli di Tremonti erano letali per lo Stato sociale mentre quelli di Monti sono salutari? Si ripropone dunque lo stesso schema di pensiero, la solita logica dei due pesi e delle due misure che tanta credibilità ha fatto perdere al centrosinistra. Inoltre, oggi, il centro- sinistra sostiene, in modo ossessivo e forse strumentale, che l’Italia è sull’orlo del baratro, che lo Stato italiano rischia il fallimento e che solo l’amara medicina del Governo Monti può salvare il Paese dalla catastrofe. Personalmente non credo a questa visione catastrofica; anzi, ritengo che sia stata concepita ad arte per riuscire a fare accettare agli italiani la cura da cavallo dell’attuale manovra. Ciò premesso, viene spontaneo chiedersi: poiché situazioni di tale gravità da far prevedere un default non si creano in pochi mesi o in pochi anni, perché, se il centrosinistra era consapevole di tale situazione, anche in passato, non ne ha mai informato gli italiani? O ha mentito prima dunque, o sta mentendo oggi. Non è pensabile, infatti, che durante il Governo Prodi il rischio default non esistesse, salvo poi presentarsi durante il Governo Berlusconi o riapparire all’orizzonte come spauracchio, quando si è trattato di giustificare la stangata di Monti. Stucchevole, infine, mi sembra la diatriba su chi addossare la responsabilità della notevole espansione del debito pubblico: se alla prima o alla seconda Repubblica. Il problema non è la spesa pubblica in se, ma il tipo di spesa pubblica adottato dal singolo Stato: spesa che può essere orientata all’assistenzialismo ed al clientelismo oppure a favorire lo sviluppo produttivo e la creazione di nuovi posti di lavoro. Inoltre ritengo che, in materia di “spesa allegra”, nessun partito o coalizione politica possa permettersi di scagliare la prima pietra.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.