Nel silenzio dei mezzi di informazione sta montando la ribellione dei governatori, dei Sindaci e degli amministratori locali contro il governo Monti. La scintilla che ha acceso questo incendio è la decisione sulla Tesoreria Unica. Ricapitoliamo la vicenda: fino al 1997 i soldi degli enti locali dovevano essere depositati a Roma, presso conti della Banca d’Italia che offrivano un rendimento bassissimo. Con il DL 279 del 1997 viene invece inaugurato il sistema di Tesoreria Mista, in cui gli enti locali possono incaricare una banca del loro territorio di gestire i propri conti.Ovviamente questo rendeva più autonomi i Comuni, e gli consentiva di ottenere dei tassi di interesse e delle condizioni economiche migliori per i capitali dei propri cittadini. Inoltre una pioggia di soldi veniva messa a disposizione delle banche del territorio, che potevano usarli per concedere prestiti alle aziende locali.
Si stima in quasi 9 miliardi di euro l’ammontare dei depositi degli enti locali presso le loro tesorerie, una cifra enorme. All’inizio di quest’anno il governo Monti decide che si dovrà ritornare al regime di tesoreria unica, e che il 50% dei soldi dovrà essere trasferito a Roma entro il 29 Febbraio, mentre il rimanente entro il 16 Aprile.
Naturalmente scatta la rivolta di Comuni, Province e Regioni: voi cosa direste se il governo facesse un provvedimento per cui tutti i vostri depositi bancari devono essere trasferiti a Roma? La strada è aperta dal governatore leghista del Veneto Luca Zaia, che avvia un’azione giudiziaria contro il provvedimento del governo, dubbio di incostituzionalità in quanto contrastante con le modifiche del 2000 che hanno stabilito il federalismo e l’autonomia finanziaria degli enti locali.
Ma presto si accoda anche l’ANCI, che propone addirittura a tutti i Sindaci una bozza di denuncia contro Monti. E il presidente dell’Anci Graziano Del Rio, sindaco PD di Reggio Emilia, è uno dei primi ad adottare questa denuncia. Purtroppo ad oggi il governo ha scelto di ignorare le proteste degli enti locali. Nove miliardi dei cittadini saranno trasferiti forzosamente verso la Banca d’Italia, prosciugando le casse delle banche locali.
I capitali verranno remunerati all’1%, provocando immediatamente perdite notevoli per gli enti locali. Inoltre si avrà una stretta sul credito alle piccole e medie imprese, dato che questi miliardi di euro non saranno più disponibili sul territorio. Non è azzardato prevedere fallimenti a raffica, con migliaia di lavoratori licenziati, in una spirale depressiva ben nota dalle cronache americane del 1929.
Ci preoccupano anche le esigenze per cui il governo ha bisogno di questi soldi. Sentiamo parlare della necessità di ripianare i debiti della Campania, del bisogno di fondi per finanziare l’emergenza neve del Comune di Roma. Se davvero fossero queste le esigenze a cui vengono destinati i capitali dei cittadini vengono i brividi, e cresce la rabbia verso un governo che non ha voluto portare avanti il federalismo fiscale e i costi standard, vero grimaldello contro gli sprechi di denaro.
Può una siringa costare 10 a Napoli e 1 a Milano? 8 centimetri di neve a Roma possono fare più danni di due metri sulle città della Romagna?
Invitiamo tutti i lettori ad inviare una email al Sindaco del proprio Comune per chiedere se ha aderito all’invito dell’Anci ed ha denunciato il governo Monti. I soldi dei Comuni sono anche i vostri soldi: assicuratevi che vengano difesi!
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