Uno sente parlare di grandi patrimoni e pensa alle famiglie del capitalismo nostrano: gli Agnelli, i Della Valle, i Del Vecchio, i Benetton o ai grandi capitalisti d’oltreoceano, Warren Buffett, Bill Gates o Steve Jobs. Gente che vale miliardi di patrimonio, in euro ovviamente. Personaggi che hanno messo da parte il valore di una legge finanziaria nostrana. Invece no, a sentire Susanna Camusso, segretaria della Cgil, i grandi patrimoni, che vanno tassati, partono da ottocentomila euro, il valore di un appartamento nel centro di una città, neppure tra le più importanti. Se poi nel conto mettiamo la casa, i grandi patrimoni iniziano da duecento/trecentomila euro di liquidità.
Ora uno sgobba tutta la vita per mettere da parte due soldi e la Susanna con il cappellino alla Cipputi, lo schiaffa fra i grandi patrimoni. Perché si dovrebbero tassare questi patrimoni, peraltro già tassati nel momento della loro formazione? Per mandare in pensione la gente prima dei sessant’anni, per elargire pensioni a falsi invalidi e per dare un salario a chi non dovrebbe riceverlo, soprattutto nello Stato; per mantenere comuni inutili, per pagare la imponente pletora di distacchi sindacali e perché no, i privilegi dei sindacalisti e dei loro “soci” politici. Che siano in società lo dimostrano molti fatti, ma uno è incontrovertibile ogni volta che un leader, anche di secondo piano, lascia il sindacato, viene rapidamente spedito in Parlamento o nel cda di un’azienda statale. Casualità o complicità? Molto più probabile la seconda. Certo, bisogna perseguire gli evasori, ma anche licenziare ladri, fannulloni ed incompetenti, che di fatto il sindacato difende. L’importante è bastonare chi, con merito e fatica ha lavorato e risparmiato, usando le mani ed il cervello, perché tanto non è iscritto alla Cgil. Questi vogliono solo continuare a spendere come negli anni settanta, per loro le entrate e le uscite sono variabili indipendenti, ma chi credono di prendere per i fondelli? Inizino a fare gli scioperi in giorni diversi dal venerdì e dal lunedì. Siano sindacato di lotta e non di weekend.
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