I grillini marciano su Reggio Emilia

mulino_bianco-gay-guido-barilla-tuttacronacaE venne il giorno in cui il Di Battista tenne a battesimo la notte grillina di Reggio Emilia, per invocare luce sul radicamento della ‘ndrangheta nella città. I fatti sono noti; la ‘ndrangheta di rito cutrese ha costruito ad insaputa del PD, partito egemone da sempre, mezza città in proprio o in sub-appalto dalle cooperative rosse, per non parlare degli appalti per opere pubbliche e per quelli di Iren, la multiutility, controllata dal duo Fassino, sindaco di Torino e Delrio, ministro delle infrastrutture. Inconsapevolmente la dirigente dell’urbanistica, moglie dell’attuale sindaco di Reggio, ha comprato casa, al grezzo, da un signore arrestato per mafia e l’ha fatta ristrutturare da imprenditori accusati dello stesso reato. Una sfortunata coincidenza sembrerebbe, ma i grillini vogliono vedere le fatture della ristrutturazione, magari per verificare se l’acquirente ha pagato l’IVA. Il Di Battista, con il suo corteo di deputati, ha promosso una coraggiosa notte di vigilanza, coraggiosa non a causa della ‘ndrangheta, in gran parte ai domiciliari, ma perché ha sfidato il Festival di Sanremo, la partitissima Juve-Napoli, le cene di S Valentino e anche il freddo e la pioggia. Per gli organizzatori è stato un grande successo, per il Pd e per i giornali di carta od online che ricevono robuste pubblicità dalle cooperative e da Iren, un fiasco. Probabilmente non maggiore dell’appello a favore del sindaco che tolti gli abitanti dei comuni limitrofi, supera di poco il centinaio di sottoscrittori. Fossero stati anche solo 10 i seguaci del Battista e delle liste civiche, hanno comunque vinto, perché la democrazia è fatta di piccole fiaccole che diventano fiaccolata e di voci singole che diventano coro, una volta i comunisti questo lo sapevano, sapevano quanto fosse duro il pane dell’opposizione. Oggi aggrediscono le opposizioni, con accuse risibili,” corrotti” come sono dal lungo esercizio del potere. Gli oppositori hanno vinto perché aldilà delle persone, se oggi Reggio Emilia è città infiltrata dalla mafia, in declino economico, con cooperative che saltano, con gli amici promossi nelle municipalizzate al di fuori di ogni merito, ebbene se questo accade, la colpa è del Pd, che governa da sempre e governare dormendo non è una scusante. Ma il Di Battista non era interessato al passero Vecchi, ma al piccione Delrio, sindaco per dieci anni, autore della nomina della dirigente urbanistica, autore dell’ingresso degli imprenditori cutresi nella Reggiana Calcio, autore dell’incontro dei consiglieri cutresi con la prefetto De Miro, quando dopo anni di ignavia, le interdittive antimafia iniziavano a togliere il coperchio del tombino. Conoscendoli, non abbiamo dubbi sull’onestà personale del sindaco attuale e del precedente, ma chi fa politica risponde dei suoi atti e pure delle sue omissioni, non risponde solo delle responsabilità soggettive, ma anche di quelle oggettive. Né crediamo che i grillini abbiano fatto questo, come dice Delrio, per nascondere la vicenda Quarto, che non sarà edificante, ma il comune più volte sciolto per mafia non era governato dai grillini, bensì dai partiti tradizionali. Poi con l’arrivo degli amici di Verdini, Cuffaro e Cosentino, inviteremmo gli aderenti al Partito Della Nazione ad essere più cauti col moralismo, essendo ormai più simili a Depretis, che ad Einaudi.

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