I 5 Stelle farebbero bene a telefonare a Renzi

 Di Maio si accinge a tentare la formazione di un governo con il Pd, dichiarando chiuso il forno della Lega, certo si tratta di un’altra svolta direbbero i suoi sostenitori o di un’altra giravolta i suoi detrattori. A noi però interessa capire cosa farà il Pd o meglio i Pd, perché il partito è uno e trino, renziani, martiniani e sinistra. Martina si barcamena: è un segretario precario, desideroso di conferma, apre al dialogo tanto per vedere l’effetto che fa; Franceschini, Orlando ed Emiliano, con l’aggiunta di Cuperlo, sono per fare il governo coi 5 Stelle pure con Di Maio premier. Osservazione: Franceschini ha perso, per la prima volta nella storia, il collegio di Ferrara, Orlando non si è neppure presentato a Spezia, dove comunque ha vinto il centro-destra, Emiliano in Puglia non ha vinto neppure un collegio e il suo portavoce Boccia, un perdente di successo, si è salvato come i due sopra, grazie al listino proporzionale. Cuperlo ha rifiutato la candidatura a Sassuolo, mostrando un po’ di dignità ed evitando la sconfitta, infatti anche in quel collegio ha vinto il centro- destra. Insomma,   sembrano una banda di perdenti e un po’ disperati, pronti ad arrendersi senza condizioni, pur di continuare ad avere un presente, già sapendo di non avere un futuro.  Però se i 5 Stelle vorranno varare un governo, dovranno convincere l’unico che conta, cioè Matteo Renzi, il male relativo, se Berlusconi è quello assoluto. L’uomo è un negoziatore astuto e determinato, vorrà essere pagato a peso d’oro, altro che contratto alla tedesca e dieci punti programmatici! Posti di governo e nomine, saranno l’oggetto della sua trattativa. In primo luogo chiederà la testa di Di Maio, per segnare una discontinuità e per aprire una crepa nel movimento: come potrebbe Giggino continuare a dire che il premier è lui se Renzi ad esempio accettasse Fico? Poi chiederà di andare al ministero degli Esteri, trampolino di lancio per sostituire l’evanescente Mogherini come commissario europeo. Lo sanno tutti che Di Maio gli ha offerto il posto di commissario, ma Renzi si fida solo di se stesso e un anno è lungo. Poi c ‘è la partita delle centinaia di nomine nelle aziende di Stato: Eni, Enel, Leonardo, Cassa Depositi, Snam, Terna, ecc.. Su questo Di Maio è pronto a grandi concessioni, il Pd ha molta fame e con lui l’hanno i poteri marci che lo sostengono. Quella è polpa pregiata, da anni appannaggio loro, punto di saldatura tra Pd e banchieri, Pd e industriali, ecc…, poi si capisce perché gli operai votano Lega. Insomma, da Renzi siamo partiti e al fiorentino stiamo tornando, con buona pace dei contratti alla tedesca e del bene del popolo .Il governo lo avremo se si troverà come sempre la quadra sulle poltrone e a questo punto mi chiedo se il Pd non farebbe bene a respingere le dimissioni di Renzi e a riportarlo alla segreteria: tra tante piante di lattuga anche un piccolo albero sembra una sequoia secolare.

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