Genova sommersa da fango e cattiva politica

Un fiume di acqua e fango ha attraversato Genova, invadendo case e negozi, trasportando nella sua furia tram, auto e tutto ciò che stava sulla strada, comprese le vite di giovani madri e dei loro figli. Abbiamo negli occhi tante immagini di distruzioni operate dalla natura, soprattutto quando si ribella alle violenze umane, siamo assuefatti, eppure mentre scorrevano le immagini, con il fiume di fango, saliva anche l’indignazione verso una classe politica e di governo, che ha ridotto così il Belpaese. Sarà retorica, con l’acqua scorrevano le lacrime di chi ha perso beni, ricordi ed affetti, ma anche quelle di chi assiste impotente allo scempio, favorito da una cementificazione folle, fatta solo per favorire l’arricchimento di alcuni, a danno di tutti. Certo non è accaduto solo a Genova, ma stupisce vedere le case così vicine ai fiumi, come vederle arrampicate sui pendii dei vulcani o nelle zone franose. Indigna sapere che passata la piena, seppelliti i morti, tutto resta come prima, anzi peggio di prima, non è la prima volta che l’Italia finisce sotto il fango, non è la prima volta neppure per Genova, eppure il ritornello è lo stesso: la richiesta di soldi al governo, i soldi arrivano e finiscono col peggiorare la situazione, anziché risolvere i problemi. Servono spesso ad arricchire gli stessi che hanno creato il disastro, vale per l’Abruzzo, per Roma, per il Piemonte ed ora per la Liguria. Mentre L’Italia brucia, sprofonda, annega, a Roma prosegue l’indecente balletto di deputati e senatori, che discettano di larghe intese, formano gruppi di responsabili, supponiamo della loro sopravvivenza, tutelano il loro interesse, mentre noi ci teniamo la nostra frustrante indignazione, mentre li guardiamo presentare in salotti televisivi libri, che spesso non hanno scritto e forse neppure letto, circondati da leccapiedi di regime, che vivono alle nostre spalle. Tutti uguali, tutti pronti a spiegarci che la politica ha i suoi costi, come se il nostro vivere quotidiano non costasse nulla. Pronti ad ammonirci sui rischi del qualunquismo, sul fatto che non tutti i politici sono uguali, certo c’è chi sgoverna e chi fa il palo, solo non vediamo il poliziotto. Una democrazia così scassata non serve a nessuno, in un ospedale che non funziona non possono sopravvivere buoni medici. Arrivati a questo punto, serve a poco la contabilità del demerito, devono semplicemente cadere moltissime teste.

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