A Mirabello gli avanguardisti di Futuro e Libertà, un anno dopo aver giurato di non voler più essere berlusconiani, hanno chiesto di non morire democristiani. Sui loro siti imperversa la protesta per il discorso di Fini a Mirabello, considerato troppo appiattito sull’Udc, una fine francamente ingloriosa per chi si era autodefinito” la destra moderna.”
Il problema è che Fini dice da sempre le stesse cose, cambia solo il tono di voce, a seconda dell’umore. I suoi discorsi ricordano quelli di Nicolazzi, dimenticato leader del dimenticatissimo Partito Socialdemocratico: straordinarie confezioni del nulla o, nella migliore delle ipotesi, concentrati di ovvietà. Ora dentro i resti degli scissionisti fianiani, si è aperta la guerra a Bocchino, vogliono sostituirlo alla segreteria, perché avrebbe sussurrato alla Began “sono come Berlusconi”, ma come? Lui che era così intransigentemente diverso, ora si scopre che soffre di invidia del pene, proprio nei confronti del sultano? Al suo posto però non sanno chi mettere, tra un Granata in procinto di passare con Di Pietro e Benedetto Della Vedova, gentile economista, ex radicale. Qui manca l’uomo forte ed anche la donna: ci sarebbe la Tulliani, ma porta già i pantaloni in casa, fuori sarebbe francamente troppo, mentre Fini è ormai abbarbicato sul seggio più alto della Camera, anche se non lo fila più nessuno, né i poterini forti, che lo hanno manovrato per eliminare il Cavaliere, né Napolitano. Non servendo a nulla,Gianfranco è superato perfino da Schifani, il che dice tutto. Per questo i futuristi senza futuro protestano e gridano di non voler morire democristiani, senza sapere di essere già morti da un pezzo.
Devi accedere per postare un commento.