Premesso che guardiamo con simpatia ai tentativi di Renzi di cambiare verso, non desideriamo ugualmente iscriverci al partito dei leccapiedi ad ogni costo. Non è vero che la legge di stabilità presenta solo luci, vi sono numerose ombre di cui occorre parlare. Mentre risuona il tam tam dei 18 miliardi di tasse in meno, bisogna dire che è una legge “piaciona” tesa a fare il pieno del consenso. Iniziamo dai 9,5 mld che servono a confermare gli 80 euro in busta paga, scelta ottima che riguarda però una parte degli italiani, non i meno abbienti, non gli autonomi, non quelli che superano il tetto salariale previsto, si dirà che è meglio di niente, certo! Il problema è che viene finanziata con un aumento del debito di 11 mld, scaricato sulle generazioni future e su tutti i contribuenti ,sia quelli che prendono il bonus, sia quelli che non lo prendono. Insomma, comperiamo tempo.
Buona la manovra sull’Irap, ma non sappiamo da dove verranno presi i soldi dei tagli di spesa, sappiamo però che se non venissero trovati, la clausola di salvaguardia aumenterebbe le tasse, più Iva e minori detrazioni fiscali. Abbiamo la certezza delle uscite, mentre le voci di entrata sono aleatorie, vedi appunto i tagli e il recupero dell’evasione fiscale. Si taglia agli enti locali, ma nel contempo si consente loro di aumentare le imposte, già cresciute di quasi il 200%, un gioco delle tre carte. Per coprire tutto lo spettro elettorale, ci sono piccole cifre per le famiglie 500milioni e per gli autonomi poco meno di un miliardo. Buona la detassazione contributiva per tre anni dei lavoratori, ma niente garantisce che, passata la festa, verranno confermati, meglio sarebbe stato abbassare le tasse sul lavoro per tutti. Si continua ad usare la leva fiscale per taluni, anziché fare una manovra generalizzata. Restano sospesi i grandi capitoli di spesa: sanità, Enti locali,pubblico impiego, pensioni. Sulla prima occorre razionalizzare i posti letto e la spesa, tagliare gli amministrativi, sui secondi gli 8000 comuni vanno ridotti alla metà, per il terzo si continua ad assumere nella scuola, ma ci sono esuberi reali per centinaia di migliaia di lavoratori.
Se si informatizza e si deburocratizza, per le pensioni infine il sistema, nonostante gli aggiustamenti non regge, fonte Fondo monetario e bisognerebbe mettere mano almeno alle pensioni di reversibilità e invalidità, una partita che pesa per oltre 50 miliardi di euro. Poiché la finanziaria è una copertina, aspettiamo il testo, ma qualche dubbio resta, i passaggi parlamentari in genere le peggiorano. Infine i tassi sull’enorme debito saliranno e con essi il costo degli interessi. Insomma molte mine sul cammino, per questo pensiamo che a Renzi convenga il voto, per stravincere e gestire poi meglio i tagli obbligati e sgradevoli.
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