Fermare le stragi e le persecuzioni dei cristiani

croce

L’Unione europea e le Nazioni Unite, devono intervenire, con azioni concrete, per impedire che continuino le stragi e le persecuzioni dei cristiani nel mondo. In India, nel 2008, durante un’ondata di violenza nello Stato indiano dell’Orissa, sono morti più di cento cristiani per mano di fondamentalisti indù. Nel 2009, in Afghanistan, sono stati trucidati otto occidentali, tra cui tre donne. La rivendicazione degli studenti coranici è stata questa: “Erano spie e missionari”. In Pakistan, è morto un cristiano di 35 anni, ricoverato all’ospedale di Gorja per le gravi ferite riportate durantel’assalto di una folla di musulmani inferociti contro la comunità cristiana locale. In Turchia, Mons. Luigi Padovese, vescovo di Iskenderum, nell’Anatolia, è stato ucciso per mano dal suo autista e collaboratore di religione musulmana.

Nel 2006, in Turchia, era stato ucciso don Andrea Santoro. In Egitto, nel gennaio del 2010, sparando a casaccio fra la folla di fedeli che usciva da una chiesa cristiano-copta, tre uomini a bordo di un’auto, hanno ucciso sette persone e ne hanno ferito gravemente tre. Nel corso dello stesso anno, in Iraq, almeno 55 cristiani hanno perso la vita e 70 sono stati feriti nel corso del massacro perpetrato da Al Qaeda.

Nell’anno 2009, secondo un dossier dell’agenzia Fides, hanno perso la vita, in modo violento, 37 operatori pastorali: trenta sacerdoti, due religiose, due seminaristi e tre laici. Si tratta del più alto numero di vittime, per motivi religiosi, registrato negli ultimi dieci anni, quasi il doppio dell’anno precedente.

Un triste primato spetta all’America, dove in Brasile, Colombia, Messico, Cuba, El Salvador, Stati Uniti e Guatemala sono stati ben 23 gli operatori pastorali assassinati. Numerosi sono stati, nello stesso anno, gli episodi di persecuzione che hanno colpito i cristiani nel mondo. In Iran, 43 persone sono state incarcerate per essersi convertite al cristianesimo ed un uomo anziano, ex musulmano, anch’egli convertito al cristianesimo, Abas Amiri, è morto dopo essere stato picchiato brutalmente da agenti di sicurezza in borghese.

A Gaza, territorio controllato da Hamas, un’organizzazione palestinese di ispirazione religiosa islamica, elencata fra le organizzazioni terroristiche dall’Unione Europea, si sono registrati episodi di esplicita persecuzione dei cristiani. Tre settimane fa, il reverendo Majed El Shafie, presidente dell’organizzazione One Free World International, un’organizzazione di diritti umani, ha accusato Hamas di distruggere le tombe cristiane sostenendo che inquinano il terreno.

In Nigeria, nel luglio 2009, vi è stata una recrudescenza delle violenze durante una rivolta fomentata da un gruppo integralista che chiedeva l’applicazione rigida della sharia, la legge coranica, anche ai cristiani. In Vietnam, la polizia ha abbattuto con gli esplosivi un crocefisso nel cimitero di Hanoi ed i fedeli, richiamati sul posto dal boato, sono stati caricati e picchiati dalla polizia stessa.

In Cina, lo Stato si proclama ufficialmente ateo e reprime ogni forma di religiosità con arresti e detenzioni in campi di concentramento. L’unica Chiesa riconosciuta è quella “patriottica”, le cui gerarchie sono scelte e controllate dal regime. In Pakistan, Asia Bibi, una donna madre di due bambini ed operaia agricola di 32 anni, è stata condannata a morte per blasfemia.

Per comprendere il clima di intolleranza che vige in Pakistan è sufficiente conoscere le motivazioni della condanna riportate dalla stampa: “Alcune donne che lavoravano con lei cercavano di convincerla a rinunciare al cristianesimo e a convertirsi all’Islam. Durante la discussione, Bibi ha risposto parlando di come Gesù sia morto sulla croce per i peccati dell’umanità ed ha chiesto alle altre donne che cosa avesse fatto Maometto per loro”.

Ebbene, per aver affermato ciò, un tribunale islamico l’ha condannata a morte.

Recentemente, in Nigeria, si sono verificate ulteriori stragi di cristiani ad opera di integralisti musulmani. E’ davvero necessario porre fine, con ogni mezzo, alle stragi ed alle persecuzioni dei cristiani.

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