Di Marco Brando
Il mercato illegale di farmaci online è più redditizio di quello autorizzato. Come si riconosce un sito illecito e quali rischi si corrono?
“Compreresti su questo sito web un farmaco che potenzia le tue prestazioni sessuali?”
Proviamo a proporre, accanto al quesito, qualche frase pubblicata in italiano su SexFarmacia (nome inventato per sviare eventuali aspiranti acquirenti, ma simile all’originale). Quel testo è concepito per convincere la gente a comprare senza la ricetta medica, obbligatoria per legge, varie medicine anti-flop erotico.
Il sito non è nascosto: è stato trovato da SenzaFiltro con un motore di ricerca, scrivendo banalmente il nome di uno dei prodotti più noti, il Viagra (ma basta digitare “pharmacy online” per ottenere oltre 5.270.000 risultati). Ecco un passaggio dedicato alle signore: “Sussiste la credenza atavica che la sessualità delle donne consti di meccanismi fluidi, ignorando che essi possano incepparsi coincidentemente alla stregua di quelli maschili”. Per i maschietti: “Volgendo lo sguardo a rivoluzionari prodotti convertiti a strumenti potenti di riconquista della virilità, le relazioni sociali pesantemente affette dalle limitazioni di questi disturbi, hanno ripreso il podio e riacciuffato in extremis un equilibrio che rischiava di frantumarsi pesantemente”.
Farmaci online, sul web “vincono” i siti fuorilegge
Parole degne di Cetto La Qualunque, il “politico” fanfarone interpretato dal comico Antonio Albanese. Eppure è tutto vero. Non solo: la gente – tanto per rispondere alla domanda iniziale – su questo genere di siti compra tantissimi farmaci illegali.
SexFarmacia ha persino la sfrontatezza di definirsi (includiamo anche i refusi) “uno spazio tutelato dove puoi chiedere di ricevere il prodotto che potrà aiuterà con le tue difficoltà in un tempo molto celere, nella tutela assoluta della tua privacy e senza ricorrere al consulto con medici per la prescrizione, poiché l’acquisto è senza ricetta”. Poi: “Il pacco (…) è reso discreto e anonimo, e ti raggiunge ovunque tu abiti in Italia in un batter di ciglia”. I prezzi? Il farmaco definito “generico” è venduto a partire da 18,63 euro per 10 pastiglie, quello “originale” (con presunto marchio di fabbrica) parte da 37,38 euro per 4 pillole.
In effetti la vendita illegale di farmaci (spesso contraffatti) conta su decine di migliaia di siti e un giro d’affari gigantesco. Al cospetto di questo business criminale, l’acquisto legale online (consentito in Italia dal 2015) è marginale, sebbene in crescita: durante il 2020 nel nostro Paese è aumentato del 30% rispetto al 2019, grazie alla maggiore confidenza col commercio elettronico e al timore di entrare nei negozi.
Per legge, sul web possono vendere medicinali online soltanto farmacie vere. Ogni pagina del sito va contrassegnata con un “bollino” rilasciato dal Ministero della Salute. È consentito acquistare anche nelle farmacie online europee che rispettano i nostri standard ed è possibile vendere esclusivamente farmaci da banco (quelli acquistabili senza ricetta medica) e parafarmaci (come gli integratori alimentari).
Le farmacie online fruttano “solo” 400 milioni
Alla fine del primo semestre del 2020 le farmacie virtuali autorizzate in Italia erano 1.060 (il 40% in Campania, Lombardia e Piemonte), 200 in più rispetto allo stesso semestre del 2019; una minoranza rispetto a quelle reali, che sono più di 19.000.
Il giro d’affari dell’e-commerce arriva oggi al 2,5% del totale, con un fatturato, l’anno scorso, di circa 400 milioni di euro (100 in più rispetto al 2019). Tuttavia secondo IQVIA Italia (leader nell’elaborazione di dati sanitari) le vendite sul web rappresentano in media uno smilzo 5% del fatturato totale di una farmacia.
Ai clienti però conviene fare e-shopping. Online si possono trovare sconti che a volte superano il 30%, e i costi di spedizione si azzerano superando la soglia di poche decine di euro. I prodotti maggiormente venduti – grazie all’emergenza COVID-19 – nel 2020 sono stati quelli per la cura personale e l’igiene per le mani, e dispositivi medici come le mascherine.
Ovviamente Federfarma, la federazione delle farmacie, preferisce incentivare le vendite tradizionali. Nel dicembre scorso Roberto Tobia, segretario nazionale, ha segnalato sul suo sito i rischi di una diffusione incontrollata di quelle online: “Non va nell’interesse della salute pubblica. Anche i prodotti di uso comune, come gli integratori, possono interferire con farmaci, cibi e altre sostanze. Per questo, solo il farmacista in farmacia è in grado di consigliare il cittadino sul prodotto più adatto, supporto che online viene meno”.
In realtà i maggiori negozi digitali si stanno attrezzando per offrire consigli da parte di laureati in Farmacia attraverso chat, videochiamate integrate nel sito o numeri di telefono gratuiti. Semmai tutti i farmacisti, virtuali e reali, sono allarmati dalla prospettiva che Amazon possa iniziare a vendere medicine anche in Italia, dopo che negli Stati Uniti ha avviato il commercio in grande stile, con sconti tra il 40% e l’80%. In America il colosso dell’e-commerce ipotizza anche di ottenere l’accesso alle ricette elettroniche elaborate dai medici e giura che la privacy sarà garantita.
Da Senzafiltro
Devi accedere per postare un commento.