Onore ad Elly Schlein, che dopo aver preso 20.000 preferenze alle regionali dell’Emilia Romagna è diventata vice presidente di Bonaccini. Non che di lei si conoscano particolari competenze professionali o lavorative, come molti a sinistra è una politica di professione e questo non è un male, ricordo solo che il povero Di Maio è accusato ogni giorno di essere un bibitaro, ma si sa se sei di sinistra il main stream dominante ti perdona tutto. In vena di confessioni a l’Assedio, la nostra Elly rivela di aver ” amato molto uomini e donne, ora sto con una ragazza e sono felice”. Diciamo con franchezza che le frequentazioni sentimentali della deputata europea ci interessano il giusto, come poco rilievo ha se la sua compagna cammini un passo avanti o un passo indietro rispetto a lei, argomento che invece pare determinante all’intervistatrice radical trendy, Daria Bignardi. Però qualche riflessione rude va fatta. La Schlein rappresenta quella sinistra radicale che proviene da una buona famiglia e che ritiene che il progresso si misuri dall’avanzare dei diritti attinenti la sfera sessuale e questo spiega lo scollamento con i ceti popolari che hanno problemi di sicurezza dove vivono, di lavoro, di rapporto con gli immigrati, altro tema su cui la sinistra benestante misura il tasso di progressismo. In questo momento l’immigrazione non è un’emergenza ma resta un problema aperto e su questo tema si è innestato il “vade retro Satana” nei confronti del centro-destra da parte della Conferenza Episcopale Emiliano-romagnola, nelle recenti elezioni regionali. Vero che la Chiesa non può che essere samaritano e samaritana, ma non fino al punto di accettare la deriva laicista imposta dalla cultura della sinistra. Cosa vuol dire difesa della famiglia tradizionale? Ma ancor prima cosa è a questo punto la famiglia? Sono cose su cui i vescovi della nostra regione dovrebbero dire parole chiare. Come dovrebbero dirle quei cattolici che militano nella sinistra e che accusano chi non vota come loro di essere un cattolico da poco, in quanto razzista e anche un po’ fascista. I diritti che uno Stato si dà vanno rispettati, a partire dalle differenze di genere, ma saremo ben liberi di dire, anche se non è trendy, che la famiglia tradizionale è la base della nostra società e pure l’unica via d’uscita dalla crisi della natalità? Mentre nella sinistra prevale l’opinione che tutti i tipi di famiglia sono uguali. Molti problemi travagliano le fasce più povere della popolazione e non saranno lo spostamento verso una sinistra radical benestante, né l’istituzione dei bagni trasgender al Comune di Reggio Emilia a risolverli.
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