ELLY E IL PROBLEMA E’ CULTURALE

Dopo la terribile ondata di stupri e femminicidi, un problema grave ed in crescita, la maggioranza ha approvato un inasprimento delle norme del “codice rosso”, spesso non applicato. Di fronte al voto il Pd è andato come sempre in ordine sparso, ma la motivazione del non voto è stata che il problema è soprattutto culturale. Le violenze, non solo sessuali delle baby gang hanno spinto il governo a varare un decreto che inasprisce le pene sia nei confronti dei giovani, che delle famiglie che non li mandano a scuola e la nostra Elly ha commentato che la risposta non può essere securitaria, ma che il problema è culturale. Ora non si capisce dove dovrebbe essere erogata questa cultura se non a scuola e come si possono educare i giovani se le famiglie non li mandano. Visto che la precedente penale di 30 euro, il valore di un divieto di sosta, non si è rivelata particolarmente efficace, vorremmo sapere da Elly quale soluzione propone. Così come vorremmo sapere se come dice la segretaria, l’intervento su Caivano del governo è stato solo un tardivo spot elettorale, che cosa hanno fatto in questi anni il governatore della Campania e il sindaco di Napoli, entrambi del Pd.  Recentemente è stato estradato in Italia il padre di Saman, la giovane pachistana uccisa dai famigliari, a Reggio Emilia, per la sua scelta di amare un suo coetaneo non scelto da loro. Anche questo è un problema di cultura, peraltro spesso le famiglie mussulmane non fanno studiare le figlie, ma in attesa della loro educazione che cosa si può fare? Certo le misure securitarie non bastano, ma le vittime e le loro famiglie una risposta la pretendono e non possono accontentarsi, di pelosi buonismi e tiritere sull’accoglienza, magari in attesa che il guru dei 5 Stelle Beppe Grillo, che ci invita quotidianamente a guardare alla Cina, ci proponga campi di rieducazione. Il governo ha tagliato il reddito di cittadinanza agli occupabili e il Pd, che aveva votato contro la norma, grida allo scandalo, dimenticando che la Repubblica è fondata sul lavoro, ecco un buon tema di educazione. La prossima manovra finanziaria sarà povera di risorse e il Pd accusa le forze di maggioranza di non rispettare le ovviamente eccessive promesse elettorali, dimenticando di aver votato la folle norma del 110%, senza porre limiti agli utilizzatori, favorendo così i ricchi, mentre si predicava il sostegno ai poveri. Forse sarebbe necessaria una buona rieducazione finanziaria dei dirigenti sardinizzati del Pd, per insegnare loro le regole del bilancio e i parametri messi dall’Europa di cui sono i cantori più entusiasti. Parametri difesi con vigore da Gentiloni uno dei loro esponenti più in vista, anche contro gli sgangherati attacchi di Salvini, uno che ha votato il reddito di cittadinanza, mentre pretendeva di difendere i ceti produttivi. La nostra cara Elly invoca giustamente dal Governo celerità, nel far pervenire i ristori alla Romagna alluvionata per la seconda volta, ma chi alza la bandiera della prevenzione e della cura del territorio, dovrebbe ricordare anche che quella regione era amministrata da Stefano Bonacini e da Elly, governatore e vice-governatrice, che sono oggi presidente e segretario del Pd. Un po’ stupisce questa deriva alla Podemos del partito che per anni ha governato e rappresentato il pilastro del sistema e delle alleanze internazionali. Stupisce la linea ondivaga sull’Ucraina, sugli impegni verso la Nato. Se l’Europa vuole emanciparsi dalla pesante tutela statunitense deve rendersi autonoma anche sul piano militare. A meno che non si ascoltino gli eroici volontari delle feste, che dicono che Putin è sì un despota, ma che insomma gli ucraini un po’ nazisti lo sono. Vuoi vedere che Elly la pensa come Conte e Salvini?  In fondo anche loro credono che si governi solo coi diritti, con la spesa facile e strizzando l’occhio a cinesi e russi. Certo ci sono temi dirimenti come l’immigrazione e i diritti della zona delle mutande, ma se tornasse Conte premier tutto si terrebbe. Se è così non si può essere sereni sul futuro del Paese e temo non sia solo un problema culturale.

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