Vecchio adagio popolare. Capirlo non è difficile per la gente normale, per i nostri politici invece sì. Basta andare a vedere le liste elettorali. Da sinistra. Unione circa zero, si presentano tutti da soli, insieme potrebbero raccattare non meno del 10%, ma poi chi sarebbe il lider maximo? Allora avanti da soli e farà fatica uno di loro a raccattare il 3%. Perché a sinistra (in questa ovviamente) regna non il concetto di unione, ma quello di capo e la gente piuttosto che buttare il voto, voterà altri o non voterà. Tocca ora al centrosinistra (che di sinistra ha solo una parte degli elettori, i vertici sono TUTTI democristiani). Anche loro hanno una strana idea di unione, perché c’è un elefante con alcune zanzare e vinceranno le zanzare che succhieranno sangue dall’elefante e che poi si prenderanno anche i posti migliori in caso di eventuale governo, come è capitato con Gentiloni. Il nuovo che avanza (M5S) è postmoderno quindi non crede agli adagi popolari o li rimodula, per cui l’unione diventa unione-post. Prima fanno da soli, poi, se qualcuno supplicherà potranno anche forse prestare orecchio. Risultato probabile: prendono un sacco di voti e vincono niente, ma questa è sempre stato quello che i padri fondatori (Grillo e Casaleggio) volevano. Loro giocano non per vincere, ma per far perdere. L’esempio lampante fu il 2013, ma nessuno dei saccenti commentatori lo ha notato. Veniamo ora al centrodestra. Qui l’unione c’è, i partiti hanno (i tre principali) la forza autonoma di superare lo sbarramento e siccome l’unione fa la forza, la probabilità di vittoria è alta, quella di governo meno. Perché la campagna elettorale finora Don Chiscotte, Sancio Panza e Dulcinea del Toboso non l’hanno fatta contro il nemico, ma soprattutto uno contro gli altri due. Quindi l’importante é che il mio alleato non vinca, o almeno non vinca troppo. Ora veniamo al più grande partito che esiste in Italia: i non votanti. A loro l’adagio non si applica, perché non sono uniti, ma restano singole unità, loro perderanno di sicuro. Un po’ come l’asino di Buridano che morì di fame per non sapersi decidere tra due mucchi di fieno. L’esempio è calzante, perché gli indecisi per 5 anni non si vogliono “sporcare” con la politica e quindi parlano male di tutti, ritrovandosi poi in una verità che loro stessi hanno costruito: un mucchio di partiti improbabili gestiti da personaggi che non andrebbero bene neppure per gestire il chiosco della limonata di Lucy. Peanuts appunto, come dicono gli americani.
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