Governo Renzi, governo leggerino, anche un po’ lettiano. Due novità: l’età , il più giovane, la presenza rosa massiccia. Due novità , non due garanzie di efficienza. Sconosciuti i meriti della Madia e pure della Mogherini, a parte l’aver cambiato spesso corrente all’interno del Pd, dimostra che le ragazze sono sveglie, non necessariamente che saranno brave. Ripartizione correntizia perfetta, con prevalenza franceschiniana, altro esperto del cangurismo politico. Certo a Napolitano si devono essere drizzati i pochi capelli, se ha tenuto Renzi chiuso tre ore in una stanza a riscrivere i compiti. Decisionismo sì , ma un po’ pasticcione, con la nomina di una civatiana, che Pippo disconosce, mentre grida: non voto, forse non voto, probabilmente voto. Ricorda l’Edoardo Vianello di Guarda come dondolo. Poi l’idea di Delrio al Tesoro, a lungo coltivata, ma stroncata da un’Europa stanca di comici, prima il Bagaglino di Berlusconi, ora il Renzi alla Benigni. Assisteremo alla lottizzazione, ma guai a chiamarla così, delle cariche nelle società pubbliche, in attesa che Matteo mantenga la promessa di far uscire i Comuni dalle municipalizzate, mangiatoie e uffici di collocamento dei partiti. Ci sarebbe da spararsi, se non restasse in piedi la flebile speranza che Matteo e Angelino si rendano conto che con il destino dell’Italia è in gioco anche il loro posteriore. Uno deve seppellire il Cavaliere e l’altro addirittura il Pd, per conquistarsi il futuro. L’alternativa non sono le elezioni , ma l’arrivo della troika e allora… aspetta e spera.
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