Do va il centrodestra?

Mentre si parla giustamente delle primarie del Pd, che hanno portato all’elezione di Nicola Zingaretti, poco si dice di ciò che avviene nel centro- destra, dove è in corso una mutazione profonda, che rende inappropriato il temine stesso di centro- destra. Lo schieramento classico a tre punte: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sopravvive in tutte le competizioni locali e continua a vincere, anche con l’appoggio di liste civiche e dei centristi come l’Udc, quindi verrebbe da dire che scoppia di salute. Ma la Lega che sta al governo, almeno secondo i sondaggi, ha raddoppiato i consensi, mentre Forza Italia, che sta all’opposizione, li ha circa dimezzati e il partito della Meloni è chiuso nella nicchia del 4%, proprio dallo spostamento sovranista della Lega. E’ evidente che la Lega gioca una partita tutta sua, in cui gli alleati sono spettatori spesso impotenti e oppositori spesso imbarazzati. Grazie all’alleanza coi 5 Stelle, Salvini si è riciclato, se non come nuovo, come una novità, lasciandosi alle spalle il fardello del vecchio, cioè Berlusconi. L’avventura di governo, perché di avventura si tratta, gli ha consentito di accelerare sul partito nazionale, abbandonando la ridotta del Nord e di iniziare la sostituzione di Forza Italia al sud, come gli ha consentito una nuova narrazione, diremo sovranista, anche se nessuno sa veramente cosa significhi. Narrazione che taglia i ponti col centro moderato, che aveva retto l’Italia fino ad ora, sia coi governi Berlusconi, che con quelli della sinistra, quando non di larghe intese, come quello di Monti. Il non detto del disegno salviniano è che al posto di Forza Italia, sempre più debole, il nuovo alleato dovrebbe essere la componente non radicale dei 5 Stelle, in particolare al sud. Questo consentirebbe di passare dal tripolarismo al bipolarismo, Lega contro centro sinistra. Riuscirà questo disegno? Sul fronte dell’egemonia sul centro destra è già riuscito, vedremo se riuscirà rispetto alla conquista della maggioranza nel Paese. Il primo requisito è che il governo non scontenti troppo le regioni del nord, cosa che ogni giorno appare sempre più evidente, la seconda che i 5 Stelle si dividano e non esplodano, come fece l’Uomo Qualunque molti anni fa, la terza è che non vi sia una reazione di rigetto e una rinascita del centro politico. Infatti in periferia si notano segnali di insofferenza all’egemonia leghista, anche perché è talvolta declinata da personale politicamente rozzo e anche arrogante, ma non si vedono ancora i segni della rinascita del centro moderato. A Reggio Emilia ad esempio, nell’importante zona delle ceramiche, Scandiano, Casalgrande, la giovane esponente di Forza Italia, Elena Diacci, guida la rivolta contro il tentativo della Lega di imporre candidati suoi e spesso discussi, senza concerto con gli alleati e perfino meditando l’esclusione di Forza Italia. Per ora la battaglia della Diacci incontra il silenzio dei vertici del suo partito, mentre tra l’elettorato si notano segnali di smottamento e potremmo scoprire che, in regioni difficili come l’Emilia, la Lega non è autosufficiente e la sua vocazione maggioritaria potrebbe partorire sconfitte, contro una sinistra che pur sofferente, ha cercato di allargare il perimetro del consenso, anziché chiudersi in se stessa. Resta poi anche il problema che una crescita così impetuosa, spesso si poggia su una classe dirigente improvvisata e impreparata e finisce col  dar ragione a chi come la Diacci, accusa tale dirigenza di portare alla rottura del fronte moderato e alla sconfitta. Certo Salvini è una vera “bestia” politica, capace di vincere in tv e sui social, ma senza mai perdere il contatto fisico con la piazza, certo la sua visione è chiara, anche se non condivisa da tutti dentro la Lega; ma gestire una crescita impetuosa, la rottura del vecchio asse con Silvio e la costruzione del nuovo con Di Maio, cercando di governare alla rinfusa, non è facile, specie se si vogliono anche cambiare l’Europa e le vecchie alleanze dell’Italia sullo scacchiere internazionale. Non sappiamo se la Lega riuscirà a disegnare un nuovo ordine mondiale, di certo ha seppellito quello del centro-destra, anche se il suo fantasma continua a vincere elezioni, non sappiamo fino a quando.

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