Diciamolo Renzi ha ragione

 Diciamolo per una volta: Renzi ha ragione, quando dice no all’alleanza con i Cinque Stelle. Se come è ormai confermato, una parte importante del voto Pd è andata verso i Cinque Stelle, un appoggio al loro governo, sia diretto che indiretto, segnerebbe il tramonto definitivo del Pd. Per paradosso meglio un limitato accordo con il centro- destra salviniano, molto meno concorrenziale sugli elettori di sinistra, un accordo per scrivere una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5%, un contenuto premio di maggioranza e l’introduzione del voto di preferenza, per consentire la scelta dei deputati e il loro radicamento territoriale, questo ci pare il più ragionevole punto di caduta. Il riformismo “socialdemocratico” del resto è in crisi in tutta Europa e tende ad allearsi però con i popolari, non certo coi movimenti  elettoralmente concorrenti. Del resto i successi vanno e vengono e il Pd non è morto, come dimostra la vittoria di Zingaretti nel Lazio e il vento cambia in fretta, come dimostra la rovinosa sconfitta siciliana di un centro- destra da poco vittorioso alle elezioni regionali. Certo il centro- sinistra si deve ripensare, certo il pragmatismo renziano non ha funzionato, ma non è meglio il trasformismo di Franceschini, che perde per la prima volta Ferrara dai giorni della Liberazione, nè il para- grillismo di Emiliano, che porta il Pd in Puglia al 13%. Con lui alla guida non si sarebbero presi neppure i cento seggi necessari per incoronare Di Maio. Allora c’è una sola strada, quella renziana, opposizione, per ripensare anche il posizionamento di un partito di sinistra che vince solo ai Parioli a Roma e nel centro di Milano, ma governa ancora molte regioni e la maggioranza dei Comuni, che tra un anno andranno al voto e dubitiamo che i grillini si ripeteranno. Certo il ducetto di Rignano non è adatto a gestire questa rifondazione, probabilmente non è neppure adatto a restare nel Pd. Oggi è troppo in crisi, ma troverebbe più spazio fuori, facendo lui una scissione, mentre rientrano i compagni di Articolo Uno. E’ giovane, è cinico e gli italiani sono volubili, al sud si aspettano da Giggino un miracolo, ma la moltiplicazione dei pani e dei pesci è riuscita solamente a Cristo e se il pane non arriva in fretta, anche la promessa perde la sua fragranza. Una cosa è certa, Renzi ha perso, ma il rimedio ad una super  sconfitta, per il Pd, non è il suicidio.

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