Diario elettorale: Salvini l’ambizioso

 Che Salvini pensi in grande è un fatto che sta scritto nel suo simbolo, da dove è sparito il Nord ed è stato inserito il suo nome con sotto scritto premier. Come l’altro Matteo della politica, punta a rottamare la vecchia Lega Nord di Bossi, per trasformarla in un partito nazionale, che ne sostenga le ambizioni. L’idea è  più quella di una destra populista, simile a quelle che si sono affermate nei paesi dell’Est Europa, che non alla  post missina della Meloni, a cui ha sottratto, non a caso, Alemanno e Storace, già esponenti della destra sociale ed è a quel bacino che guarda per espandersi nel Lazio e al Sud. La sua è una Lega che incassa il dividendo di governare le due regioni economicamente più forti, mentre si connota come partito movimentista e di lotta. Da un lato incassa i voti dei distretti che esportano e dall’altro invoca la fine dell’euro e il ritorno delle dogane. Tiene insieme pragmatici come il governatore Zaia ed economisti antieuropeisti come Bagnai e Borghi, le cui teorie economiche sono del tutto simili a quelle dei movimenti estremisti di destra e di sinistra. Come Renzi, Salvini ha rottamato il suo D’Alema, cioè Roberto Maroni. Avrà successo o la sua sarà una stagione breve come quella del Matteo fiorentino? La risposta non è semplice dipenderà da quanto pagano il movimentismo e gli eccessi verbali, nonché certe sparate programmatiche, in un momento in cui gli italiani cominciano ad essere stanchi di certi eccessi. Dipende anche da quanto risponderà il Sud, per ora sedotto dai 5 Stelle. Questo spiega il disprezzo salviniano verso la cosiddetta quarta gamba di Noi con l’Italia, che in Sicilia ha messo insieme il 15%, contro il suo 1,5%, certo avrebbe preferito averli fuori dalla coalizione, per avere più spazio. A lume di naso, il nostro arriverà dietro Berlusconi, il che è già una sconfitta e nel centro- destra si troverà isolato dalle altre tre componenti, compresa la Meloni, che ha compreso benissimo il tentativo di sottrarle elettorato e spazio, con le operazioni Storace, Alemanno e Giulia Buongiorno. Se il centro- destra sarà autosufficiente, il nostro potrà continuare la sua politica di lotta e di governo, altrimenti, ove nascesse un governo, dovremo saggiare la sua capacità di tenere unito il suo partito e di resistere alle spinte dei settori produttivi del suo elettorato. Sempre a lume di naso, il suo risultato sarà buono, ma non eccezionale e se prendi il 25% in Lombardia e il 30% in Veneto, hai voglia di togliere la parola Nord, ma da quelle parti devi tornare.

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