Con quella la faccia un po’ così, con quella barba un po’ così, che hanno quelli per cui il potere è un cilicio, ma va preteso e portato per salvare la democrazia dal pericolo sovranista, questa volta il capogruppo del Pd Delrio, ha esternato il suo vero pensiero. Occorre un contributo di solidarietà sui redditi oltre gli 80.000 euro lordi. Si tratta di una tassa che porterebbe circa un miliardo e trecento milioni in più di incassi, non molto visto che la sola cassa integrazione, se va avanti così, costa oltre 10 miliardi, ma un segnale. O meglio un antipasto delle patrimoniali future, perché questo sarà inevitabile, al netto delle smentite di prammatica. Ci diranno che bisogna salvare il Paese dal disastro, ma taceranno che dal novembre 2011 hanno sempre governato, con la breve e infausta interruzione del governo giallo- verde. Ovviamente chi si fa il mazzo per lavorare e guadagnare, non è certo compreso da un governo in cui i lavoratori veri non abbondano. Per Delrio la lotta ai “ricchi”, che poi è un impoverito e spaventato ceto medio, ha una base etica e religiosa, se i ricchi non vanno in Paradiso, perché lasciare che se la passino bene sulla terra? Ovviamente con l’eccezione di parenti e portaborse, promossi a dirigenti pubblici di ogni ordine e grado e con salari da oltre 100.000 euro, ma dobbiamo farcene una ragione perché il governo degli ottimati, cioè del Pd, seve per salvare la democrazia e il popolo, anche da se stesso, visto che gli scappa di votare Salvini e la Meloni. Dicevamo, dietro quell’aria un po’ così, il nostro è intelligente e soprattutto un grande galleggiatore. Nasce contro Castagnetti, sempre professandosi castagnettiano, poi diventa renziano, poi ex renziano prima del crollo di Mosè, poi con Martina perde il congresso rovinosamente, ma diventa capogruppo alla Camera, votato dagli uni come il meno renziano e dagli altri come il meno zingarettiano. Ora lavora in accordo coi grillini, sfanculati fino a ieri, ma oggi unico vascello verso il potere, che è poi la ragione sociale del Pd, il partito del Deep State, cioè dei soliti che comandano e lo comandano: banchieri, grandi imprese, apparati statali, magistrati, appunto lo Stato Profondo. E Lui sempre lì, al governo con Letta, con Renzi, con Gentiloni e ora pure con Di Maio, novello Andreotti, insomma inaffondabile. Voti non ne ha molti, almeno a giudicare dai risultati congressuali, nei quali perde regolarmente, ma la vecchia burocrazia post comunista non può competere con lui, del resto non esistono carriere senza merito, fosse anche solo quello di saper galleggiare. Arte in cui è secondo solo a Franceschini.
Devi accedere per postare un commento.