Come è ormai nello stile non della politica spettacolo, ma dello spettacolo politico, è stato presentato il decreto sicurezza e immigrazione. Le due cose non andrebbero legate, ma è inutile negare che lo sono nella percezione comune. Parliamo di spettacolo politico perché i decreti vengono presentati al popolo prima di essere inviati al Presidente della Repubblica ed essere emanati, nel mentre subiscono limature e modifiche che ne cambiano i connotati. Pensiamo al decreto su Genova. Per questo decreto invece ciò che vale è l’effetto annuncio, per cui le modifiche saranno poche e pensiamo cambieranno poco. Il decreto è corposo, oltre 40 articoli, ma è utile? A sentire la sinistra sarebbe un disastro, per Gino Strada “è un atto di guerra contro i migranti”, per lo sconosciuto capogruppo del Pd al Senato, aumenterà i clandestini, per la gauche au caviar, che si gode gli ultimi scampoli di festa a Capalbio, il manifesto del neo fascismo. Per gli italiani, stando ai sondaggi è una buona cosa, ma per Strada i sondaggi sono una colossale manipolazione del potere. Certo dettagliando in maniera ristretta i motivi umanitari, le domande accolte scenderanno dal 24% attuale, fino quasi a zero e quindi tecnicamente aumenteranno contestualmente i clandestini, ma la dizione per motivi umanitari era così generica che tanto valeva dire: accogliamo tutti. In fondo si tratta di gente che problemi umanitari ne ha. Il decreto non dichiara guerra all’immigrazione, tenta di rendere più chiare le norme e stringenti i criteri, non si comprende lo strepitare sulla norma che sospende la pratica di accoglienza in caso di condanna in primo grado per reati come lo stupro, lo spaccio, la mutilazione genitale, ecc… Si tratta di reati gravissimi che rendono ragionevole la pausa in attesa della sentenza definitiva. Anche nella nostra Città abbiamo avuto stupri, abbiamo spacciatori, abbiamo tratta di prostitute, basta girare per strade e piazze al calare della sera, ma pure di giorno. Negare che a Reggio esista una mafia nigeriana, significa fare lo stesso esercizio fatto con la ‘ndrangheta. Il decreto rende più dure le pene per le occupazioni abusive, era ora, ci rompono le scatole col fatto che nella vicenda di Genova bisogna tenere conto degli azionisti di Autostrade perché la Costituzione tutela il risparmio e allora è risparmio pure quello dei proprietari delle case occupate, comprese quelle pubbliche, che sono della collettività. Non dirò che la proprietà è un diritto pari a quello dell’accoglienza, perché nella Città delle persone l’accoglienza viene prima, soprattutto se fatta con la roba degli altri, magari di chi è costretto a vivere nelle periferie, dove il prezzo delle case tracolla, ti staccano le utenze perché i tuoi coinquilini, spesso immigrati senza arte nè parte, non pagano e se protesti ti minacciano. Non occorre andare lontani, basta percorrere i viali attorno alla stazione. Il decreto concede più potere ai sindaci delle città sopra i centomila abitanti, come la possibilità di dotare i vigili della pistola elettrica, uno strumento efficace quando devi fermare esagitati in preda all’alcool o alle droghe. Certo questo presuppone un salto di cultura: i vigili urbani sono uno strumento a garanzia della legalità e della sicurezza e non solo messi comunali o distributori di multe. I treni regionali, i pullman, i tram sono luoghi dove questa presenza sarebbe utile. Però temo che per chi non ha visto la ‘ndrangheta, queste questioni di sicurezza siano “ tutte balle” come disse il nostro mitico ex sindaco Graziano Delrio. Anzi la vera emergenza sarà il grillofascismo, contro cui si mobiliterà il solito fronte di cooperative sociali, circoli Arci e la rispolverata Anpi, tanto vituperata nell’era del renzismo. Questo decreto è un primo passo, servirà a poco se non sarà attuato con serietà e se non vi sarà una contestuale riforma della giustizia, che renda celeri i processi e certe le pene. Regole certe renderanno anche più trasparenti i processi di integrazione. Non è a Reggio, città delle persone ,che vi è una indagine per la vendita di permessi di soggiorno e cittadinanze? Vero che la sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico, ma pure di esercizio di diritti come quello della salute, ormai esercitabile solo a pagamento, di lavoro e di sicurezza sul lavoro, su cui mancano i controlli. Molto i sindaci potrebbero fare per il decoro urbano e degli esercizi commerciali, per le telecamere e le illuminazioni. La città diversa raccontata da una sinistra frastornata, non esiste più da tempo, ammesso che sia mai esistita, prima ne prenderanno atto, prima avranno speranza di riprendersi.
Devi accedere per postare un commento.