Un amico tedesco mi ha chiesto di andare con lui in Germania per cambiare l’auto. L’aveva trovata in internet su autoscout e aveva preso appuntamento per provarla il lunedì mattina alle 9. Puntuali noi, puntuale il venditore. Dopo un quarto d’ora di convenevoli (soprattutto a causa mia: quando un tedesco incontra un italiano gli vuol far sapere quanto l’Italia è bella e ciò che ha visto), siamo partiti per provare l’auto. Un giro di un’ora (misto e autostrada). La macchina è piaciuta , siamo tornati dal rivenditore. Ed è cominciato il mio giro nel mondo dei sogni.
Il commerciante ci ha fatto vedere, documenti alla mano, i tagliandi e la storia vera dell’auto (ormai tutte le case, se viene regolarmente tagliandata la macchina, sono obbligate a segnalare anomalie e strane riparazioni effettuate da altri), ci ha anche mostrato a che prezzo l’aveva ritirata, abbiamo contrattato per pochi minuti l’acquisto e il ritiro e poi…. Miracolo: il rivenditore si è messo al computer, ha prenotato la nuova targa, ha fissato l’ispezione in officina prima del controllo biennale obbligatorio, la data del controllo stesso, si è messo in contatto col l’assicuratore del mio assistito, poi il martedì sera siamo ripartiti con tutti i documenti in ordine. Erano passate solo 30 ore. E ora i costi: prenotare una targa personalizzata, 30 euro, il passaggio di proprietà, 60 euro, il controllo tecnico obbligatorio (fatto da una ditta esterna-TUV o DEKRA- e non da officine “autorizzate”), 90 euro. Totale 180 euro. E 30 ore. Quando parliamo di culone/ culoni, di presuntuosi, di arroganti lo facciamo perché non riescono a capire come mai un passaggio di proprietà debba costare centinaia di euro e volerci una settimana: sono quattro dati trasmessi da un computer ad un altro, quindi si insospettiscono perché noi latini siamo belli, buoni e simpaticissimi, ma con il vizietto di tirare a fregare. Siamo quelli delle scorciatoie, che cercano di saltare la fila, e in auto di andare da una corsia all’altra in caso di coda, con il risultato di rallentarla sempre più. Siamo insomma infantili, o poco efficienti, quando non mariuoli. Ecco, ora rapportatevi alla nostra burocrazia, a quella greca e capirete perché qualche volta pensano che è bello venire in vacanza da noi, ma che, pagato il conto dell’albergo, non debbano più niente. Certamente non i debiti che Stati inefficienti e politici corrotti (soprattutto pro domo loro e non per il partito, come almeno sino a trent’ anni fa era) hanno creato e a cui ora non sanno come porre rimedio. Poi si sa che quando interviene il chirurgo, ci si ritrova con qualcosa in meno, sempre che si salvi la buccia…
Vi ho detto dell’auto, non dove mi trovavo: Saarbrücken,una città di 120 mila persone, da almeno vent’anni in crisi patocca. Ora in fase crixit (crisi exit). Il prezzo delle case è quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni e i posti di lavoro anche. Non fanno concorrenza al Bangladesh, cucendo scarpe, palloni o magliette, hanno sviluppato moltissime piccole superpecializzatissime aziende di I-Tech (grazie all’università) e poi la ZF ha deciso di venire a costruire qui tutti i cambi automatici che vende. Quindi il numero di operai è quasi raddoppiato di qualche migliaio e anche le aziende produttrici, subappaltatrici sono cresciute di conseguenza. Lo scrivo con una furtiva lacrima, perché sino a dieci anni fa la patria degli ingranaggi era la linea RE-MO-BO. Ora invece è all’elemosina, ma non è detta l’ultima, se ancora non si è disperso il seme di quei non sempre istruiti, ma industriosissimi artigiani-industriali che hanno fatto la meccanica italiana, e l’avevano fatta grande! Certo allora era più facile, era meccanica pura, oggi l’intersezione tra meccanica ed elettronica è sempre più spinta e non è un caso che ci sia Ingegneria Meccatronica anche da noi e ben fatta. Ma manca il raccordo con il mondo produttivo e i nostri bravi ingegneri rischiano di far ricchi i paesi in cui emigrano. Qui non mi posso esentare da un: quo usque tandem… a tutti quei mangia pane a tradimento che stanno su scranni politici o associativi o valutativi o bancari e che di questo nuovo mondo non solo non capiscono una beata mazza, ma che non ne colgono il senso, però soloneggiano e stringono in pugno alla fine non mosche, ma ottimi stipendi. Quelli sì che sono la peste e la nostra morte! Noi che nel ’68 abbiamo fatto tanto rumore e non sempre solo per nulla, qualche volta dovremmo porci il problema se non tocchi a noi, finché abbiamo tempo e pensioni riscuotibili, protestare perché questi innominabili si accomodino all’uscio una volta per sempre!
Ritornando da Saarbrücken con la nuova automobile, abbiamo parlato anche del costo dell’assicurazione. 1.600 di cilindrata, 110CV paga 350 euro l’anno. Con la Teil Kasko, ovvero con furto, incendio e bagatelle varie incluse. Assicurazione “nuda” 210 euro. Perché sono 18 anni che non fa incidenti. Chi parte da zero paga più di 1000 euro (assicurazione nuda). Io con un sorriso sardonico obietto che veramente le cose non stanno così, perché mi ricordo benissimo che l’amico nel 2003 ha fatto un incidente. Sì, ma siccome prima erano anni che non ne faceva, aveva accumulato un bonus per rimanere nella fascia dei 18 anni. Questo è il mondo tedesco. Il nostro è un caos, a me l’assicurazione TUTTI gli anni dice che siccome non ho incidenti, non mi fa l’aumento. O meglio, non mi aumenta il suo costo, ma mi conteggia i maggiori oneri che lo Stato sempre aggiunge e l’ovvio aumento del costo della vita. Dunque da quelle parti il premio assicurativo non è un dramma, non si deve mettere da parte tredicesime, o saltare cene. Naturalmente anche là ci saranno truffe all’assicurazione, ma in numero decisamente ridicolo rispetto a qui. Altre spiegazioni non riesco a darmene, visto che il costo della manodopera in officina e carrozzeria è ormai di 90 euro all’ora. Certo là ogni operazione ha un tempo fissato: chi lavora e ci mette di meno, affari suoi, se ci mette di più, nessuno paga la sua inefficienza e magari il responsabile gli “consiglia” di trovarsi un altro posto di lavoro. Il perdono è una cosa che attiene alla religione e ai sistemi paternalistici, con il lavoro non ha niente a che fare. Anche il fatto che io paghi errori finanziari di compagnie private d’assicurazione, là è inconcepibile. Anche perché lo Stato controlla e più di tanti “scivoloni” non consente. Ma di nuovo, non c’è gran contiguità tra politica, banche e assicurazioni. Certo neppure là i politici vanno a fare gli spazzini a fine carriera, ma neppure a far danno in campi in cui non hanno competenze. E soprattutto, chi viene invischiato in latrocini vari, anche per il partito, non solo si ritira, ma nessuno lo cerca più. Pensate a Kohl: ha gestito tutta la riunificazione tra est ed ovest della Germania. Ha fondato, insieme a Mitterand, quel patto franco-tedesco su cui si regge la CE, era destinato ai libri di storia. È stato invischiato in una storia di finanziamenti illeciti al suo partito per qualche decina di migliaia di euro, si è dimesso e ora è un signor nessuno. Niente TV, niente interviste. Neppure i comici lo fanno apparire (come fa Crozza con Razzi). È stato grande, ha sbagliato, quindi a casa, indipendentemente dai suoi meriti, perché là la res publica, ovvero la cosa pubblica è il bene più grande, il Sacro Graal, per usare un’espressione forte ,quindi, chi tocca muore.
Guardatevi attorno. Non voglio aggiungere altro.
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