Fantastica la vittoria nelle primarie del Labour Party, di Corby il rosso, l’unico marxista sopravvissuto agli anni di Blair e forse l’unico in Europa. Il Labour inglese è tornato al 1906 per avere un leader con la barba e a prima della Tatcher, ricordate Scargill, il capo dei minatori che misero al freddo e al buio l’Inghilterra? Neppure Siryza, Podemos e gli altri movimenti che minacciano i partiti tradizionali, in particolare socialisti, pensano a Marx. In Gran Bretagna invece assistiamo a un fenomeno interessante: il risorgere della vecchia sinistra filo- sindacale, contrapposta al partito Conservatore più liberista di sempre. Non più l’Inghilterra industriale, la nazione guida della finanza. I giornali scrivono che i conservatori brindano e pensano a facili vittorie, possibile, anzi probabile, ma il risultato di Corby è figlio del nuovo capitalismo finanziario, il denaro non si trasforma in nuova occupazione e aumento dei salari, ma in nuova ricchezza finanziaria, quando le cose vanno bene, i ricchi diventano più ricchi e quando vanno male i ricchi piangono, ma pure i poveri, che non hanno mai riso. Anche il suo stile, direi puritano, ha giocato, lo sfarzo della politica, le sue spese folli, hanno stomacato e lo “sfigato” di ieri viene premiato oggi per la sua coerenza. I partiti socialisti ovunque stanno pagando pegno ai nuovi movimenti, Corby ha traghettato il Labour tra i nuovi movimenti. L’unico partito di sinistra vincente sulla linea di Blair è il Pd, ma Renzi è un democristiano, senza bagaglio ideologico e ha la fortuna di avere di fronte una destra di ubriachi. Certo ci sarebbero i grillinì, ma il nostro è un Paese conservatore, dubitiamo voglia correre l’azzardo, poi agli italiani Berlusconi piaceva e anche il suo vero erede, Renzi, non dispiace.
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