La crisi del mondo cooperativo è sotto gli occhi di tutti. A livello nazionale le coop di consumo hanno effettuato negli ultimi cinque anni svalutazioni per un miliardo di euro, per gli investimenti in Mps, Unipol, Carige, ecc..Per sostenere operazioni più che finanziarie, di potere, entrambe estranee alla loro finalità La finanza era arrivata a produrre margini dieci volte superiori a quelli della gestione dei supermercati, ma si è rivelata un boomerang, costringendole a chiudere il periodo 2008-2012 con un “rosso” di 100 milioni di euro, nello stesso periodo Esselunga ha prodotto utili per 1,1 miliardi di euro, secondo l’ufficio studi di Mediobanca. Poi c’è la crisi, ben più grave, del settore costruzioni, solo a Reggio Emilia: Coopsette, Unieco, Orion, Cooperativa Muratori Reggiolo, un rosario sempre più lungo. I danni per l’economia, i lavoratori, i fornitori e i prestatori di denaro sono ingenti e la cosa deve destare preoccupazione, visto ciò che queste realtà rappresentano per l’economia reggiana. La cosa ulteriormente preoccupante è che neppure la crisi ha spinto la cooperazione a scegliere la sua dirigenza con criteri meritocratici o almeno a sostituire i gruppi dirigenti, come nel caso di Coopsette e Unieco, anzi a dirigere la rinnovata Cooperativa muratori di Reggiolo è stato chiamato un ex politico come Luca Bosi e l’ex assessore al Comune di Reggio, Pasquale Versace, che ricopre oggi il ruolo di dirigente, addirittura in tre gruppi: Ccfs, Ccpl e Parco. Il sistema di porte girevoli funziona ancora, ma non funzionano più le aziende, non funziona più lo scambio con il potere politico per gli appalti e le aree edificabili, poiché, sebbene con fatica, il mercato si fa strada e se ne frega di intrallazzi e politicanti. Resta ancora il legame con le cooperative di servizio e quelle sociali, ma i soldi sono sempre meno, anche in quel settore. Ci sarebbe poi il problema morale, ma poiché parliamo di gente di sinistra, è taciuto e minimizzato, anche se ormai sono più gli indagati,che i lavori. Non c’è inchiesta che non veda implicate le cooperative rosse, dal Mose, al traforo fiorentino, a mafia Capitale, ecc..Anche nei servizi non mancano le indagini sui giganti Manutencoop e Coopservice, ora presupponendo l’innocenza di tutti, non si può negare che l”etica cooperativa” lascia a desiderare e nonostante ciò, la Lega delle Cooperative, cioè il controllore, esprime ministri e assessori regionali Queste aziende non sono patrimonio di un partito che non esiste più, o peggio di gruppi autoreferenziali e inamovibili, ma patrimonio di chi ci lavora e dei soci, anche se non contano nulla, esse vanno ristrutturate e avviate alla competizione sui mercati internazionali, esattamente come le aziende private e trasformate in Spa, non avendo più nulla dello spirito cooperativo. Per il bene di tutti, ci auguriamo che la politica faccia tre passi indietro per salvare, non i ricchi stipendi di presidenti e amministratori, ma il frutto della fatica di chi ci lavora e di chi ci ha investito. Avanti sulla strada che si sta percorrendo ora, ci sono solo altre crisi.
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