Commodities

 Il rimbalzo del petrolio iniziato a fine marzo si è fermato nelle ultime due settimane, ma rimane saldamente a metà del range 50/55 US$/barile per il WTI. La tensione geopolitica in Medio Oriente, accentuata dall’intervento militare USA in Siria, ed il crescente supporto saudita per l’estensione dei tagli alla produzione OPEC al secondo semestre stanno sostenendo le quotazioni, anche se la reazione del mercato all’ultimo report settimanale USA è stata negativa. Nonostante le scorte siano scese più del previsto, la produzione è salita ai massimi da inizio 2016.

L’avversione al rischio sui mercati finanziari ha spinto i metalli industriali nella parte bassa del range prevalente da inizio anno, nonostante i dati macroeconomici positivi in Cina. A guidare la discesa è il minerale di ferro, che in aprile ha ceduto il 15% (-28% dai massimi di febbraio) sui rischi di incremento dell’offerta e continuo accumulo di scorte nei porti cinesi. Al contrario l’oro ha aggiornato i massimi dell’anno, superando quota 1280 US$/oncia, sulla ricerca di beni rifugio alimentata dal crescente premio per il rischio geopolitico internazionale.

 

 

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