Commento sulle valute

cambiare-cambio-valuta-672 Il cambio euro-dollaro, nei giorni scorsi, si è mosso intorno alle attese di nuovi stimoli monetari eccezionali della BCE. La settimana scorsa, quando Mario Draghi ha ribadito l’unanimità del consiglio direttivo della BCE a varare nuove misure non convenzionali se necessarie, la moneta unica si è indebolita di colpo sotto quota 1,24 contro dollaro USA per poi riprendere vigore sulla scia del dato sui nuovi occupati americani, meno corposo del previsto, il quale ha frenato gli entusiasmi. La corsa del dollaro si è temporaneamente

interrotta nonostante le buone notizie dall’economia statunitense, che appare solida sia nel settore manifatturiero, sia in quello dei servizi, come confermano i dati per ottobre. Il rublo ha recuperato un pò di terreno, con il cambio di 45,18 rubli per un dollaro dopo aver toccato quota 48,65, e di 56,54 per un euro, da 57,61. Il piccolo rialzo è legato all’intervento della banca centrale russa che, dopo aver lasciato la valuta libera di fluttuare, ha dichiarato che questo è un primo passo verso iniziative più concrete a supporto della divisa. La Banca centrale ha dichiarato, inoltre, che la valuta è sottovalutata e che sono a sua disposizione strumenti sufficienti per influenzare il cambio; il riferimento è alle riserve valutarie che la BCR può vendere per acquistare rubli e frenarne la debolezza della divisa. Sul fronte emergenti, le valute dei paesi emergenti stanno risentendo oltre che del rallentamento economico di alcuni paesi, Cina in primis, del clima di crescita meno favorevole a livello globale, ma soprattutto del cambiamento di politica monetaria

americana, nonostante il primo rialzo dei tassi della Fed sia ancora lontano. Il cambio lira turca contro dollaro, infatti, è tornato nei giorni scorsi, in concomitanza con la fine degli stimoli monetari della FED, intorno a quota 2,28, non troppo lontano dai minimi di gennaio.

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