Commento area Euro

bandiera_1 La prima lettura degli indici PMI di maggioha visto un dato sostanzialmente in linea con le attese, con il PMI composite area Euroin calo di un decimo rispetto ad aprile, a 53,9. La sostanziale stabilità è stata in realtà frutto di un calo inatteso della componente manifatturiera, a 52,5 da 53,4, e di un contestuale aumento del PMI servizi, più 4 decimi a 53,5.A livello di singoli paesi, la Germania ha mostrato un andamento coerente con quello europeo, con un calo del PMI manifatturiero(52,9 da 54,1) e un progresso dell’indice sui servizi (56,4 da 54,7) che hanno portato alla stabilità della misura composita a 56,1.

Ancora deludenti, invece, i dati francesi, in calo di oltre un punto, e sotto quota 50, su tutte le misure.

Il livello dei PMI rimane congruo con un Pil in crescita dello 0,3% t/t nel 2Q. L’indice IFO tedescoè sceso di quasi un punto a maggio, a 110,4, tornando ai livelli di inizio anno a causa di una caduta sia della

componente condizioni correnti (114,8 da 115,3) che di quella relativa alle aspettative (106,2 da 107,3).

La fiducia delle imprese tedesche ha probabilmente risentito della crisi ucraina, ed in qualche misura anche del cambio forte che ha penalizzato l’export. L’IFO, come il PMI e lo ZEW, segnala un’economia tedesca in rallentamento rispetto al forte 1Q, che aveva oltretutto beneficiato di favorevoli condizioni climatiche.

Sono tendenzialmente migliorati gli indici di fiducia dei consumatori, saliti sui massimi a maggio in molti paesi dell’Eurozona. L’indice generale riguardante l’area Euroè salito a -7,1 dal precedente -8,6, massimi dal 2007, mentre la fiducia dei consumatoriitalianiha aggiornato i picchi dal 2009 arrivando a quota 106,3; ferma invece la fiducia dei consumatori francesi, a 85, a conferma del momentum negativo per l’economia transalpina, che ha inoltre visto scendere anche la fiducia delle imprese (dato in linea con le indicazioni negative del PMI). Nonostante le indicazioni positive provenienti dagli indici di sentiment, i consumi in Italia sono rimasti deboli a marzo, con le vendite al dettaglioin calo dello 0,2% mese su mese (-3,5% a/a). La variazione mensile prosegue con dati negativi, con l’ultimo incremento datata maggio 2013 (+0,1% m/m). Le difficili condizioni del mercato del lavoro continuano a pesare sui consumi interni italiani: i consumatori rimangono prudenti, nonostante la fiducia nel futuro mostrata dagli indici di sentiment.

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