Comici spaventati guerrieri

 Questo titolo di un romanzo di Stefano Benni mi è venuto in mente ascoltando Salvini da Floris. Anima bella, tutto pieno di foglietti, di grafici, di libri esplicanti il suo programma elettorale. Ha fatto il compito a casa, non va a braccio e quando gli chiedono le coperture sulla flat tax ennesimo foglietto, facile i soldi ci sono, glieli ha fatto vedere Cantoni nella spending review. E poi i costi standard della Sanità porteranno altri 50 miliardi. E io gli credo. E gli voglio bene, ma non lo voterò. No, non mi contraddico, ma molto semplicemente guardo la sua coalizione e allora sono sicuro che la spending review non rientra nel programma di almeno uno dei suoi alleati e tanto meno in quella di molti futuri eletti al sud, anche suoi, perché se si taglia sui costi gonfiati e sui posti inutili, chi glielo andrà a spiegare a chi lo ha eletto e vive di quei costi gonfiati e di quei posti inutili? Parliamoci chiaro tutta ‘sta gente non è monocolore, ma unanimemente suddivisa. Le elezioni siciliane sono state chiarissime in tal senso. Ma a quanto pare Salvini non ne è ancora al corrente. Forse perché è troppo impegnato a fare più la guerra ai suoi alleati che non ai suoi avversari. E questo è meritorio, perché parla con cognizione di causa personale e storica. Perché conosce il cavaliere da una vita e ha visto come ha ridotto il suo ex capo, quello che è passato da “Roma ladrona” a ladrone. Quello che urlava contro i terroni e poi, prima si è sposato una terrona e poi ha messo il portafogli della Lega (allora del Nord) nelle mani di un terrone. Come sia andata la questione famigliare non so, quell’altra la sanno anche i sassi: condanne e vergogna da far arrossire anche le camicie verdi. Se ci fosse stato almeno un briciolo di senso della vergogna. Ma quello “arriva” solo quando si parla degli altri. Per questo non voterò Salvini, perché si è alleato con il suo peggior nemico (lo dice lui) invece di correre da solo e dire: “voglio fare questo e quest’altro, e  per farlo, ma solo per quanto dico, mi alleerò con chiunque”. Invece no, sente odore di ein plein e vuol essere sul carro, poi se si perderanno per strada dei pezzi di promesse (o coperture) sarà colpa dei suoi alleati. Povero spaventato guerriero, lui che c’era e che non si ricorda già più che questo è stato per vent’anni il giochino di Silvio

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