In un movimento che ha preso l’avvio anche da un comico (Grillo), non ci si poteva aspettare che non ci fossero degli epigoni (da wipedia “Discepolo o successore, di solito inferiore e decadente, senza personalità né capacità creativa”), parlo degli intelligentoni che si sono inventati le analisi costi-benefici. Gente che non ha le palle per dire sì o no, e che tenta di giocare una carta “oggettiva” quindi al di sopra dei pareri. Insomma una verità assoluta. Balla totale, perché legata ai criteri scelti. Bene uno dei criteri e non trascurabile, che è adottato, sia per la TAP, sia per altre ”analisi” è quanto ci perde lo stato per mancato consumo di carburante. Che questa sia un’eresia totale e una forzatura per far tornare i conti lo capisce anche un bambino. In Italia e massimamente nella pianura Padana, dove l’inquinamento è altissimo e dove il livello di PM10 è stratosferico, ecco noi mettiamo come fattore negativo la riduzione di consumi di carburante (praticamente tutto gasolio), perché lo stato perde soldi incassando minori accise. Non calcola però il maggior costo sanitario. Ma non sono i soldi che mi interessano, sono l’ignoranza e il disprezzo per i cittadini. Un argomento di questo genere è come dire che per far tornare i conti tutto vale, tranne la salute e il benessere. Gli stessi che sono stati tirati in ballo quando i No TAV dicevano (e magari con ragione) che scavando il tunnel si aumentava la quantità di amianto nell’aria. Si è partiti da questo concetto e si è arrivati a far di conto sui minori introiti delle accise sul diesel. In altri casi si è anche aggiunto, e me lo aspetto anche qui, il minor introito autostradale. Dimenticando che dopo Genova non si può parlare seriamente di una cosa del genere, perché TUTTI i viadotti autostradali sono stati costruiti per un carico abituale massimo di mezzi da 25 tonnellate (i camion a pieno carico degli anni 50-60) mentre oggi gli stessi sono consentiti al limite delle 40 tonnellate. Quindi lo stress e i possibili guai sono da vedere in quest’ottica. Siamo in campagna elettorale. I rospi “ingoiati” dall’elettorato 5S sono stati tanti, la popolarità e i sondaggi sono in calo e allora via con gli show. Torna Di Battista che sfancula Salvini, tanto lui non ha incarichi di nessun tipo e non si presenterà neppure alle europee, manda a cagare il mondo, poi sarà rimesso in frigo (mandato da Mondadori e Travaglio in giro per il mondo) e farà da parafulmine per le lamentele degli alleati o del premier. Tornano le analisi “miracolose” e poi ci sarà tempo per “scoprire” penali pazzesche, contributi da restituire, ecc… come già fatto in questi pochi mesi di governo. La litigiosità, l’affanno di non perdere la poltrona, fa sì che anche la sinistra sia messa uno schifo. Renzi sì, Renzi no, pare ormai una canzone di Elio e le Storie Tese. Calenda, Martina, Zingaretti, Serracchiani: tutti attrezzi di una storia di poltrone e poco altro. Spazio ai giovano solo per portare voti, ma niente più. Gli altri: Berlusconi nella parte del Bell’addormentato Dovunque, Salvini come il cattivone in un film della Disney, la Meloni come la melina della strega per l’addormentato di prima. Questo il quadro del nostro v(u)oto prossimo venturo.