Forse sarebbe ora di dire la verità agli italiani sul drammatico quadro che ci attende nei prossimi mesi. Nel suo messaggio sul prolungamento del lockdown fino ai primi di maggio, il premier Giuseppe Conte, non ha detto nulla di rilevante, al netto dell’attacco, peraltro impreciso, alle opposizioni. La nomina di Colao, ottimo manager a capo di una pletorica commissione di ben 17 componenti, per preparare la fase due, è una sorta di presa in giro: in primo luogo perché andava insediata molto prima, poi perché non si conoscono né poteri, né obbiettivi e se è consultiva, Conte poteva parlare coi sui numerosi esperti e con le parti sociali. Sul fondo salvastati si continua a dire che non lo firmeremo, ma il Pd lo vuole e gli eurobond non ci verranno mai concessi, almeno per ora. Conte doveva spiegare cosa vuol dire Mes senza condizionalità, certo per i 37 miliardi che ci verrebbero dati, non ci manderanno la Troika, ma nessuno dice se questo prestito sarà privilegiato o no, come prevede il Mes, il che renderebbe il resto del debito, una sorta di ipoteca di secondo grado. Nel frattempo il Partito democratico se n’è uscito rispolverando la solita rapina del ceto medio: una patrimonialina. Annuncio per ora ritirato, ma che indica una direzione di marcia precisa. Il tutto mentre sui mercati i titoli italiani (scaricati dai principali investitori stranieri) vengono sostenuti dall’intervento della Bce, almeno fino a che dura e il rapporto deficit pil schizzerà sopra 150, il che spiega come nonostante l’intervento della Bce, lo spead non si schioda da quota 200. Conte è partito alzando le barricate contro il Mes e battendo i pugni sul tavolo per ottenere i coronabond ed è tornato con l’esatto opposto. Al di là dello show in televisione, in cui ha raccontato agli italiani tutta un’altra storia, il premier non potrà far altro che cedere, anche perché il ministro Gualtieri vuole l’accordo. Completamente estromessa dai tavoli che contano, anche per colpa nostra, l’Italia si trova ora a digerire un accordo che rischia di rivelarsi profondamente dannoso qualora l’esecutivo dovesse incatenarsi al Fondo salva Stati. Il problema sta, infatti, nelle regole. L’azzeramento delle condizionalità è solo in via temporanea e riguarda unicamente le spese sanitarie sostenute dai Paesi dell’Unione per affrontare l’emergenza. Anche per questa voce, però, c’è un limite di budget. Che equivale al 2% del Pil annuale del Paese che le sostiene e che fa ricorso al Mes come linea di credito. Su tutto quello che eccede questa cifra, si applicano le regole del Mes che potranno anche essere modificate ex post.
Nel frattempo parte dei deputati Pd guidati da Delrio, torna a proporre una misura per mettere le mani sui nostri soldi. Dicono di voler colpire “i redditi più alti” e fissano già la soglia: “Un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori ad 80mila euro e che inciderà sulla parte eccedente tale soglia”. Una ricetta totalmente dissennata in un momento in cui qualsiasi economista con senno suggerirebbe l’esatto contrario, ovvero un taglio delle spese e una razionalizzazione dello Stato. Anche perché colpirebbe solo i redditi da lavoro dipendente, visto che gli autonomi non lavorano ora e ci metteranno molto tempo a recuperare redditi e fatturato. E’ un momento in cui tutta la politica gioca a fare più uno, ma cosa accadrà quando si tornerà alla “normalità” e la Bce rallenterà i suoi acquisti? Semplice: si dovranno prendere i soldi degli italiani, con una vera patrimoniale, come già suggerisce Oscar Farinetti, che la quantifica in un 10%. Del resto, come scriveva nel 1924 l’economista Pantaleoni- “ Qualsiasi imbecille è capace di aumentare le tasse, mentre il problema sarebbe di abbassarle, spendendo razionalmente e nondimeno garantendo la qualità dei servizi”.
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