Cancellieri, l’angelo dei potenti

Filippo_Tarchiani,_l'angelo_custodeVa bene che Giulia Ligresti non fosse la nipote di Mubarak, ma solo la figlia di don Totò, per di più in cattiva salute, mentre Ruby scoppiava di salute a giudicare almeno dalle forme, che una stesse in carcere e l’altra solo in caserma, ma sette anni a Berlusconi per una telefonata e un applauso alla Cancellieri per numerose telefonate, suona un po’ strano.

Strano che il Procuratore Caselli intervenga per dire che la” sora” Pina è innocente, quando la competenza è del tribunale di Roma, ma anche se fosse stata di Torino, sarebbe una solidarietà troppo frettolosa per un magistrato e  un po’ inopportuna. Così sull’orlo della decadenza, viene servita a Berlusconi la prova che ci sono pesi e misure diverse. Che la legge non è un fatto di forma, ma di sostanza, chi ha il potere se ne fotte e chi non ce l’ha, viene fottuto. Sarà pure “pazzo”, come dice la ministra, chi chiede le sue dimissioni, ma come faranno a difenderla quelli che invocano ad esempio le dimissioni dei ministri tedeschi che avevano copiato le tesi o i cantori della purezza della moglie di Cesare?

Eppure a sinistra ci provano, con un becco di ferro che non ha eguali. Difesa inutile: la” sora” Pina dovrà mollare, non perché la pratica della raccomandazione non sia diffusissima, ma perché la gente ne ha le scatole piene. Così, dopo Mastella, un altro ministro della Giustizia potrebbe essere fatto fuori dalle intercettazioni, la magistratura non sarà fuori controllo, ma controlla, e la galera è discrezionale. Perché i Ligresti sì,  i Mussari e i Penati no?  Perché Ponzellini sì e Naghel no?  Perché escono le telefonate dei Ligresti, anche quelle della compagna del capofamiglia, che non governava l’azienda e quelle di Mps, no? Misteri. Forse perché la giustizia è sostanza, non forma e perché se esiste un giudice a Berlino, è fuori giurisdizione.

 

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