Camusso e la marcia su Renzi

renzicamusso “Sapesse Contessa che cosa mi ha detto un caro parente della Leopolda, che quella gentaglia racchiusa là dentro, di libero mercato facea professione”. Puoi non condividere nulla della manifestazione Cgil a Roma, ma per chi ha sessant’anni è come riascoltare un concerto dei Cream, rivedersi giovani, mentre rulla la batteria di Ginger Baker e t’ incanta la chitarra di Eric Clapton e ancora ti chiedi come sia potuto andare con Lory Del Santo, mentre ascolti il basso di Jack Bruce. Qui abbiamo Susanna con Landini e Fassina, la musica anti renziana, Civati no, lui fa un Rock alla Little Tony. Piazza da grandi sfide, rosso ovunque, canzoni evergreen come Bella ciao, bandiere al vento, tutti si sentivano partigiani scesi a liberare le città e poi quella canzone dimenticata, ma non sepolta, Contessa, col suo refrain: “compagni dai campi e dalle officine, prendete la falce, impugnate il martello, scendete giù in piazza e picchiate con quello…e abbattete il sistema” Tenerezza per quel milione di persone che pensava di essere ai funerali di Togliatti e invece erano con Berlinguer ai cancelli Fiat, prima della marcia dei quarantamila, un esercito sconfitto dai suoi demeriti e dalla storia. Mentre a Firenze, il nuovo “Cayman.o” Davide Serra ricordava loro che chi sciopera perde il lavoro, perché i capitalisti amano sì i comunisti, ma solo se del modello cinese. “

Chi non lavora non fa l’amore” e non fa figli e così perde sia gli 80 euro, che il bonus bebè. Là a Firenze la rossa, secondo Renzi, stava l’Italia che lavora e qua a Roma disoccupati e pensionati, forse anche molti lavoratori, ma nella rossa toscana, oggi renziana, stava chi comanda: i nuovi padroni per la Camusso, i nuovi imprenditori per la Boschi, ma sempre chi comanda, mentre a Roma c’era chi comandava. Tutto normale, tutto secondo l’orologio dei tempi che cambiano, un tempo i diritti si conquistavano, ora sono un incentivo alla produttività, nelle nuove factory c’è la palestra, l’asilo, la mensa, ma non lo sciopero, come spiega bene Davide Serra e chi alla Leopolda lo smentisce, la pensa come lui, perché lui paga e chi paga ha ormai quasi sempre e quasi ovunque ragione. La Cgil è rimasta ai governi democristiani da far cadere in piazza, ma anche se lo guida un “democristiano”, questo è un governo di sinistra, erede del Pci, del resto la Camusso era socialista, ma si sa che i tempi cambiano, vanno e vengono amicizie e amori e non si sa più quale sia il sistema da abbattere o forse è già caduto, perché era marcio, ma tutto questo Susanna non lo sa.

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