Non si può negare che il vento elettorale non abbia prodotto la più grande rotazione di deputati e senatori mai vista. Questa volta il vento non ha soffiato solo da Nord, come dopo la Lberazione, ma anche da Sud e questa è una novità assoluta. Un Sud che da conservatore e notabilare, si sveglia grillino. Questa volta la rottamazione è arrivata davvero, non si è fermata a D’Alema. La prova è nell’elezione dei due Presidenti delle Camere, condotta con perizia tattica e fermezza dal duo Salvini- Di Maio; dietro il no a Romani non vi era solo il rifiuto di una candidatura impresentabile, dopo il risultato elettorale, ma la determinazione a spezzare le trame tra Berlusconi e il Pd, per impedire il ridimensionamento di Salvini e la sconfitta di Di Maio. Vi è nell’agire di Salvini e Di Maio anche l’idea di un salto generazionale, che non era riuscito a Renzi, troppo presto ingabbiato e sedotto dai riti del potere. Giocando di sponda, I due hanno asfaltato il vecchio Silvio e reso marginale il Pd, ora si alzeranno alte le urla delle vestali che grideranno all’inciucio, all’accordo tra la purezza grillina e la sporcizia leghista. Ma I due sono diversi, poco adusi ai vecchi stilemi, attenti al rapporto con la base, a capo di eserciti entusiasti e compatti, mentre Forza Italia e il Pd sono il campo di Agramante. Verrà il tempo in cui saranno avversari, ma per ora dovevano consolidare il loro essere capi, per poter poi continuare nell’erosione dei voti di Berlusconi e del Pd. Per il governo la partita sarà diversa e più complessa, ma I protagonisti saranno ancora loro, sia che prepari nuove elezioni o che sortisca un esecutivo che duri.
Devi accedere per postare un commento.