E’ autunno e come sempre ricompare la nebbia, non più fitta come un tempo, forse per via dei mutamenti climatici. Dove invece è densa è sulla politica cittadina, anzi non si è mai alzata. Durante la campagna elettorale di maggio, molti speravano che si accendessero le luci sulla Città, poi la scelta infelice del centrodestra di candidare un signore garbatamente impreparato, ha subito spento le speranze e il voto ha inevitabilmente confermato il potere inamovibile di sempre e un sindaco animato da buone intenzioni che sono inversamente proporzionali al suo immobilismo. Non solo il candidato del centrodestra, Salati, è scomparso, la Lega non lo ha nominato né capogruppo, né nella commissione di controllo e la candidata dei grillini, l’avvocatessa Ognibene, non si è neppure seduta in Consiglio comunale; si vede che entrambi si sono perduti nelle nebbie che circondano il potere a Reggio. Con la nebbia è calato il silenzio su tutto: silenzio sui dirigenti indagati, diciotto su ventuno, tace la magistratura, che ovviamente sta facendo il suo corso, anzi la sua corsa contro le prescrizioni, tace il sindaco, che confida di cavarsela con un po’ di rotazioni e qualche pensionamento. Silenzio sulla vicenda degli affidi, in attesa di sapere se vi sono reati, di certo si sa di una certa disinvoltura nell’assegnazione di incarichi e consulenze e di una predilezione verso la Hansel e Gretel, come ha dimostrato la consigliera civica, Rubertelli. Del resto i grillini, inventori dello slogan ingiusto e ingeneroso “Pd partito di Bibbiano”, ora sono al governo con quel partito e con il “famigerato” Renzi e evidentemente sono passati da Bibbiano a Bibbona, dove si è decisa l’alleanza col Pd, nella villa di Beppe Grillo, o forse era quella sarda. Poco importa, in certi momenti un bel tacer è sempre utile. Silenzio sulle coop che continuano a fallire, vedi Tecton, pardon, a chiedere l’amministrazione controllata, sulle Fiere che da fallite non trovano compratori, su Reggio Innovazione che non riesce a innovare i passivi, sul Tecnopolo che convive con clandestini e spacciatori alle Reggiane e i cui costi e risultati sono avvolti dalla nebbia. Silenzio sugli ormai consueti episodi di violenza, in particolare nella zona della stazione e sui quotidiani arresti di spacciatori. E’ il capitalismo bellezza, la droga va dove c’è chi la compra e la paga, è un indicatore di ricchezza, forse dovremmo esserne contenti? Silenzio sul processo Aemilia, solo qualche automezzo che prende fuoco lo riporta alla mente, ma non si può escludere come sempre si tratti di autocombustione o di motivi passionali, comunque s’ indaga silenziosamente in tutte le direzioni, non oseremmo mai dire che si brancola nella nebbia. Tacciono anche gli oppositori che durante le elezioni avevano gridato al voto utile, fosse alla Lega o ai 5 Stelle, quelli che dicevano che il voto dato ai civici non serviva a nulla. Certo i numeri hanno dato ragione a loro, ma la realtà è che esiste una sola voce critica, quella della Rubertelli, mentre i 5 Stelle sono stati inghiottiti dalla nebbia del potere locale. Il centrodestra è impegnato a sognare la vittoria nelle regionali, come sempre convinto della propria autosufficienza, della bontà della sua candidata e non è difficile capire che finirà male, perché non vi sono né l’una, né l’altra. Nella nebbia è scomparsa anche la nuova giunta, formata più col manuale della spartizione, che con quello della competenza. Lo dimostra il Parcheggio dell’Alta Velocità, trasformato dalle prime piogge in palude e i soliti irrisolti problemi, a cominciare dalla vicenda del Park Vittoria, che doveva essere un parcheggio a rotazione e che è oggi un garage per alcuni e inagibile per gran parte. Sarà tutto legittimo per carità, saremo la Città più onesta del mondo, ma quando si è intercettato e indagato, si è visto che non è così. Silenzio sulle vicende della Casa di riposo: gli indagati sono rimasti al loro posto, è giusto, fino alla fine sono innocenti. Peccato che i 5 Stelle abbiano richiesto le dimissioni dei sottosegretari leghisti, Rixi e Siri e qui da noi tacciano. Per quanto riguarda il Pd, ha sempre usato il doppiopesismo e non ci stupiamo. Per il resto tutto bene: Delrio sentito, anzi audito dalla commissione antimafia, non ricorda dove sia nato il boss Grande Aracri, nega di essere andato a Cutro per motivi elettorali, però ammette che circolavano voci sulla presenza della mafia a Reggio. Ci vuole prudenza le voci sono un problema, se vai in giro a dire che senti delle voci, possono dubitare della tua salute mentale, poi ci sono voci incontrollate, voci infondate, come quelle che mettono tutti i cutresi nel mazzo, per questo il nostro Graziano li accompagnò dal Prefetto, voci diffamatorie, voci dal sen fuggite, insomma non si può indagare sulle voci e per quanto riguarda i dirigenti indagati, il sindaco Vecchi ha da tempo ribadito la sua fiducia nella magistratura, ma anche nell’operato degli indagati. Insomma, la botte è piena e la moglie è ubriaca ed entrambe si sono perse nella nebbia.
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