Al netto dei matrimoni gay, della cui approvazione anche da parte dei deputati cattolici del Pd, non dubitiamo ( in fondo devono salvare il loro posteriore), al netto della cittadinanza agli stranieri estesa a chi nasce in Italia, non troviamo particolari novità nelle dichiarazioni di Bersani, che si prepara a guidare l’Italia in compagnia di Vendola.
Manca qualsiasi riferimento ai tagli di spesa e quindi al risanamento dei conti, anzi si annunciano nuove spese per gli esodati e una linea più cauta verso gli sprechi di enti locali e pubblico impiego.
L’unica novità importante è una nuova tassa, cioè la patrimoniale sulle grandi fortune.
A parte che la patrimoniale già esiste sugli immobili e sulla ricchezza mobiliare, si deve pertanto parlare di incremento e non di istituzione.
Poi cosa significa grandi patrimoni? L’attuale imposta di bollo su conti correnti, titoli, assicurazioni, ecc..colpisce tutti, il che alimenta il dubbio che se devi salvare la barca, dovrai colpire grandi e piccoli, oppure le medie ricchezze, che non possono fuggire nei paradisi fiscali.
Bersani pensa, con i proventi della patrimoniale, di abbassare le tasse su imprese e lavoratori. Idea lodevole, ma ciò si dovrebbe fare tagliando le spese in primo luogo della politica e dimagrendo radicalmente lo Stato.
La patrimoniale dovrebbe semmai servire ad abbattere il debito, altrimenti finiremo come la Grecia e Bersani come Papandreu, infatti, oltre ad avere uno Stato indebitato pletorico e inefficiente, avremo anche cittadini più poveri.
Con una simile ricetta dubitiamo che il governo della sinistra possa durare a lungo.
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