Strattonato da tutti e da tutte le parti, dai tifosi del Milan, dai cinesi, che vogliono il suo giocattolo, da Salvini e dalla Meloni, che vogliono il suo scalpo politico, dal cerchio magico, Rossi, Pascale, dagli ex An, Gasparri e Matteoli, persino da Giovanni Toti, Berlusconi, anziché calciare la palla in tribuna, ha lanciato a Roma Alfio Marchini. La mossa che rende rischioso, per il centro destra, un ballottaggio che poteva essere sicuro, ha lasciato tutti un po’ sorpresi e molto disorientati. La mossa arriva in zona Cesarini, quando Berlusconi avrebbe potuto farla con il consenso di Salvini, senza subire il gioco della Meloni, che a Roma vale qualcosa, ma fuori da lì è un 4%, ma è comunque dirompente perché, come in Francia, segna la nascita di un fronte che chiameremo lepenista e un fronte popolare, con il dettaglio che la legge elettorale italiana non è a doppio turno e obbliga a restare insieme o ad essere sconfitti. Parisi a Milano, Lettieri a Napoli, Marchini a Roma, portano alla ribalta un gruppo di candidati che definiremo per comodità, moderati, che presidiano l’area centrale dell’elettorato, in competizione col partito della Nazione di Renzi. Berlusconi doveva muoversi prima, ora i lepenisti hanno acquistato molta più forza e non sarà facile riportarli ad un programma comune e, senza un accordo il ballottaggio politico, sarà preda dei grillini. Come tutte le cose fatte in fretta, non si sa se avranno vita felice o stentata, anche perché non si sa se Berlusconi, che non è un moderato, ci crede o è stato spinto dall’ala aziendale del partito, guidata da Confalonieri. Una cosa è certa, come dice Marchini, il centrodestra è morto, viva il centrodestra, diverso, con nuovi protagonisti, più liberale e dentro la globalizzazione, perché, ammesso che potessimo liberarci dell’Europa, non potremmo liberarci del futuro portato dalla globalizzazione. Non si può continuare a parlare di pensioni e non di banda larga, new economy, commercio on-line, robotizzazione ed intelligenze artificiali. Marchini e Parisi conoscono quei mondi, sono poliglotti per lingue e cultura. Salvini e la Meloni sono politici di professione, sanno cavalcare un cavallo, magari benissimo, ma non fino alla vittoria. Inoltre puoi parlare alla pancia e strappare l’applauso, ma anche la pancia è guidata dal cervello. Ora non sappiamo se Berlusconi abbia calciato la palla a caso, o valutato gli effetti del lancio, si vedrà. L’Italia ha bisogno di un’alternativa moderata al PD, anche se per questo giro temo sia un po’ in ritardo. Ovviamente il futuro non passa dalla riesumazione di Fini e Casini, anche se Renzi imbarca Verdini.
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