Beppe Grillo, il vento del nord

Da grande uomo di spettacolo, Beppe Grillo è tornato al centro del palcoscenico, dichiarando la sua contrarietà allo ius soli, detta semplicemente: alla concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia, senza altra condizione. Alte grida di sdegno si sono levate da sinistra, anche perché questa tesi era stata propugnata addirittura dal Capo dello Stato. Eppure, come gli accade spesso, al netto delle intemperanze verbali, Grillo ha ragione. Il diritto di cittadinanza va esaminato con serenità, senza furori ideologici, lo ius soli può creare situazioni imbarazzanti, come

quella di bimbi italiani, con genitori clandestini e quindi da espellere. Poi la cittadinanza non è legata solo alla nascita o al pagamento delle tasse, ma a molteplici fattori, come la lingua, la condivisione delle regole, fino all’accettazione di rilevanti aspetti della cultura del Paese ospitante.

Detto questo, di Grillo piace la schiettezza, il suo andare diritto, anche a costo di urtare i suoi fans di sinistra. Lui, in fondo, è un liberale, che contesta una destra stracciona e una sinistra velleitaria, senza le astrazioni verbali di Vendola, avendo ben chiaro dove sta il potere, cioè nella finanza. Così come ha chiaro che certe forme di pauperismo cattocomunista(così si sarebbe detto in passato), non portano il Paese fuori dalla crisi. Sembra di capire che da buon liberale, creda in uno Stato serio e onesto e in un capitalismo rigorosamente regolamentato e non sudamericano.

Forse è stato uno dei primi a capire che il sistema era morente, lui dice morto, ma le agonie possono essere lunghe. Dietro a lui è cresciuto un movimento un po’ anarchico, essendo senza struttura, ma vivace intellettualmente ed eticamente avanzato, estraneo alla logica di schieramento e alla politica politicante, che hanno distrutto Bossi e Di Pietro, i quali sono appunto morti, anche se non lo sanno. Certo i grillini non arriveranno a governare il Paese, ove accadesse, esploderebbero come una granata, ma sono il veicolo per mandare a casa un po’ di questi politici, anzi molti, visto che, secondo il mio parere, il movimento vale ben più del 4%, dei sondaggi ufficiali. E’ come il vento del nord, non durerà tanto, ma consentirà di cambiare l’aria ormai fetida, che ammorba l’Italia. Pur non essendo un suo sostenitore, preferisco il vento del nord, al montare di ombre cilene, che si intravedono dietro le proteste nel settore dei trasporti e nelle rivolte nelle regioni del sud.

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