Non sono mai stato un fan della signora Boldrini, non mi piace quello che ha fatto prima di atterrare in Parlamento (preferisco il “metodo” Strada). Trovo che averla messa alla presidenza della Camera sia stata una mossa dettata dalle quote politiche , non mi pare ne avesse le qualità , trovo sia stata troppo arrogante e molto parziale. Questa é la premessa per dimostrare quanto il web sia l’anticamera di uno psicologo. Dopo che i giornali hanno scoperto che esistono le fake news, moltissimi si sono trasformati in “fakisti” e molti di questi moltissimi si “applicano” sulla Boldrini. Da cosa derivi questa rabbia non mi é chiarissimo,ma i suddetti non si rendono conto che stanno ottenendo l’effetto opposto. Non lo dico per me, lo dico a nome di molti altri che la citano, la difendono, la appoggiano per tutte le balle che su di lei vengono diffuse. Ci sono poi anche le immagini di cattivo gusto, perché questi signori non si fanno mancare niente. Il web ha questo di orribile: ha moltiplicato a milioni le lettere anonime. Quelle con cui persone frustrate o vili mandavano per colpire i loro avversari. Anche questo però mai in maniera diretta. Si scriveva alla moglie che il marito la tradiva e non direttamente al marito. Si denunciava alla polizia che il tale era un ladro e mai che lo si dicesse in faccia. Oggi é più facile: si dice di aver letto, si “montano” foto, cose così insomma, e si sparano sul web. Econ soddisfazione, perché la lettera aveva un mittente, qui il mittente é il mondo. E dopo che 10 l’hanno ripresa diventa verità, almeno per qualcuno. È il nuovo che avanza, tant’é che anche il Papa ha un sito, evidentemente non gli bastano le millanta chiese. Ma torniamo al lato carogna, a quello degli spalatori di merda, che si dilettano, molte volte in un italiano approssimativo, a inventare favole, a seminare menzogne, ad insultare (e spesso volgarmente). Sono frustrati? Probabilmente. Anche repressi sessualmente? Perché no. QI? Beh non da premio Nobel. Lavorano? Nella media, ma sotto la medesima nel rendimento. Sono giovani? Non solo,ma in buona parte sì. Ma negli altri paesi? Ecco, studi recenti (ma potrebbeessere una fake) dicono che la sensazione di disagio sociale é proporzionale al fenomeno. Il motivo é semplice, quando leggo una cosa, vedo una foto o un video, se sono equilibratolo verifico se la cosa mi interessa o almeno la ascrivo alla categoria del possibile, se invece carico a testa bassa vuol dire che tanto con la testa non ci sto. Perché la storia é che chi di fake ferisce di fake perisce. IL fenomeno é legato alla credulità e, paradossalmente, la credulità all’individuale voglia di scandalo. In poche parole chi, per un verso o perl’altro, é nella merda, “gradisce” che anche gli altri ci siano e quindi ce li mette o crede quando gli dicono che ci sono.
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