Ormai è corsa a due per la successione a Mario Draghi: si fronteggiano Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro e Fabrizio Saccomanni, direttore della Banca d’Italia. Il primo sponsorizzato da Tremonti, il secondo dal governatore uscente e da Napolitano. Ovviamente tutti negano, ma quando il Presidente della Repubblica parla di autonomia dell’Istituto, si riferisce ad una scelta interna, visto che pure Grilli garantisce l’autonomia dell’Istituto, del resto anche Draghi era direttore del Tesoro.
Il problema è che Tremendino Tremonti è già molto forte, avendo messo Vegas alla Consob ed uomini suoi nelle aziende statali, con Grilli quindi farebbe filotto, avendo di fatto commissariato pure il governo. Questo dà fastidio a molti ed anche all’unico altro potere rimasto in piedi, cioè il Presidente della Repubblica, il quale conosce il ministro ed approfitta del vento politico, per esorbitare dal suo ruolo. In mezzo sta Berlusconi che, a sentire le intercettazioni delle sue ministre, non è molto intelligente e, visto chi ha scelto, temiamo sia vero, di certo non è mai decisionista, chiuso com’è tra le varie pressioni, compresa quella di Gianni Letta che cerca di arginare l’avanzata di Tremendino, per ora con scarsi risultati. Speriamo solo che il Premier non si faccia consigliare dalle sue ministre, anche se dovendo spendere un euro, scommetteremmo su Saccomanni: il suo curriculum e la difficoltà di scoprire oggi il posto di direttore del Tesoro, lo mettono in vantaggio, così come i suoi sponsor.