Bambole, non c’è una lira

bambole Ma nessuno se ne accorge, o meglio tutti fanno finta di niente. I politici che NON si riducono seriamente lo stipendio e le prebende (dimezzare sarebbe il minimo), né i sindacati che guardano solo alla copertura dei costi della cassa integrazione, neppure gli imprenditori pubblici (compresi gli allenatori della nazionale) che recitano ancora in milioni i loro compensi. Non parliamo poi dei privati che, fortunatamente non tutti, prima hanno fatto i soldi, poi li hanno inguattati bene e ora, in tempo di crisi, si aspettano aiuti dallo stato e non mettono, quasi mai, mano al portafogli. Non parliamo di quelle anime belle che si fanno la liquidazione con fallimenti pilotati in cui, magari, le carte bruciano o finiscono sott’acqua. Resta solo un buco, che trascina altri, di solito più piccoli, a fondo, ma loro li vedrete, tra un paio d’anni, con lo stesso tenore di vita e nei posti giusti. Non se ne accorgono neppure i cittadini che pagano tasse nuove o rinnovate tutti i giorni, che non stanno dietro alle scadenze, che paventano multe per inadempienza, ma che in buona sostanza pagano e non protestano più di tanto. Non se ne accorgono i giovani disoccupati, che sono andati in vacanza con i soldi di nonna e non ad occupare Montecitorio. Non se ne occupano i pensionati, che aspettano solo il ritorno di Silvio o si accontentano delle promesse di Matteo. Nè i dipendenti privati, anche loro in ferie, ma sono poi sicuri cha al loro ritorno i macchinari saranno ancora ad aspettarli o i cancelli saranno aperti ? i dipendenti pubblici giustamente non si occupano di niente di default, normalmente neppure del loro lavoro che di solito disattendono quotidianamente ( e CHIEDO SCUSA a tutti quelli che lavorano seriamente, anche per i cianfrulloni che ho citato). D’altra parte abbiamo cose più gravi di cui occuparci : l’estate non viene, il sole ci manca, l’allenatore della nazionale latita. Eppure, bambole non c’è una lira.

 

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