Babbioni alle urne

dacia-valent-ippiche-di-epsom Dal Corriere della Sera di martedì 26 maggio: i salvataggi di Alitalia sono costati 7,4 miliardi. E nello specifico dal 1974 al 2007 3,3 miliardi dal 2007 (periodo dei capitani coraggiosi) 4,1 miliardi. Ricordare e puntualizzare non fa mai male, se non al portafoglio, perché quei soldini li abbiamo tirati fuori noi, e ora ci mancano per avere una buona scuola o una ricerca migliore o tutto quello che volete, perché il risultato tra 2007 e 2015 è lo stesso, allora avremmo venduto ad Air France, oggi abbiamo venduto ad Etihad. Avremmo incassato 1,5 miliardi e non avremmo dovuto ripianare i debiti, oggi abbiamo ripianato i debiti e gli abbiamo detto grazie per essersela presa. Tutta questa operazione non particolarmente redditizia (sono in vena di scherzi) ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi, che scatenò un putiferio sulle televisioni e sui giornali per “salvare la compagnia di bandiera”. Molti italiani babbioni lo sostennero e con slogan come questi trionfò alle politiche dell’anno successivo e poi come è andata a finire lo sappiamo tutti. Quello che mi interessa è la quantità di “babbionaggine” che alberga tra la popolazione italiana. Uno come lui che si definiva non politico, ma imprenditore, che come tale ha benedetto e sostenuto l’operazione Alitalia con i risultati che abbiamo visto, in un mondo normale non troverebbe in banca neppure tanto abbastanza per fare l’elemosina e in politica non lo voterebbero neppure i cani (se avessero diritto di voto) invece si atteggia a futuro risolutore, con lui i governanti nostri (quelli di altri paesi lo gratificavano di sorrisetti di compatimento) fanno accordi e i rappresentanti del suo partito non si vergognano di stargli al fianco, no, fanno a gara per esserne considerati stretti collaboratori. Tutti i suoi delfini sono stati uno schianto(=sfracello): prima Fini, poi Alfano e ora Toti che ha il nome di un eroe, ma la sembianza di un coniglio e neppure mannaro. Ma è tutto normale in un paese da burletta, dove una corte maxima (Cassazione) dice che il sunnominato (Silvio) non sapeva l’età di Ruby. Ma non si chiede come mai la suddetta sia divenuta benestante, non avendo vinto lotterie e avendo sposato uno più spiantato di lei. Ora si è votato e i risultati sono il termometro della babbionaggine. Fate voi, che peraltro avete già fatto. Anche se molti, visto come hanno fatto, sono da considerarsi fatti. È un fatto.

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