Attenzione caduta NO

caduta-libera1 Non bastava il tracollo economico, la perdita della governabilità, la scomparsa del prestigio internazionale. Ora anche l’Ambasciatore degli Stati Uniti,  Paese Lord Protettore dell’Italia, minaccia la fine degli investimenti americani in Italia se vincessero i no al referendum. Ora io, come  molti altri, non passo le mie giornate a pensare se votare Si o No, come moltissimi mi farò un’ opinione quando saprò che si vota e quando si vota. Però dopo tanti allerta, compresi quelli di un’ agenzia di Rating, una persona  attenta deve alzare lo sguardo dalle sue occupazioni quotidiane e farsi un’ idea. In breve penso che i tempi del piano Masrhall siano finiti, che per quanto ridotti male,  se vince il si le navi americane non arriveranno a scaricare grano nei nostri porti, anzi la visita di Obama a Londra per perorare il no alla Brexit  ha portato sfortuna al povero Cameron. Ultimamente infatti più che grano, gli americani ci scaricano guai, vedi guerre in Iraq e Ucraina, per non dire della Siria, della Libia e dell’Afghanistan. L’Ambasciatore statunitense, toscano di adozione, del Belpaese avrà conosciuto chi caccia la volpe a cavallo, chi frequenta i balli nobiliari e i fiorentini che governano il Paese, ma non tutti gli italiani mangiano fiorentine e fanno il bagno a Capalbio o dibattiti, si fa per dire, alla Versiliana. Se nell’urna non ti vedeva Stalin, non ti vede neppure Renzi e il buon Dio ha altro da fare che seguire gli scrutini del referendum. Per quanto riguarda gli investimenti americani, vengono da noi se serve a loro, come General Electric in Nuovo Pignone e Petrovalves, ma la sede fiscale l’hanno spostata a Londra,  visto che Fiat e gli Agnelli, dopo il trasferimento in Olanda, venivano abbracciati un giorno si e l’altro pure dal Premier. Gli industriali italiani sono pure scatenati come le groupie allo stadio urlano “basta un si”, ma investono poco, lasciano insolvenze e a volte falliscono coi soldi in tasca, certo non tutti, ma sono classe dirigente da tempo e qualche responsabilità nel declino la presentano e non possono dire che il no farà finire la ripresa, infatti la ripresa sta finendo ancor prima che venga fissata la data. In breve credo che una volta votato, il giorno dopo chi ha vinto si sveglierà con la testa più pesante per i festeggiamenti, chi ha perso un po’ più nervoso, ma i problemi saranno gli stessi di sempre, quelli del giorno prima e le soluzioni non appariranno d’incanto, neppure sui campi da golf frequentati dall’Ambasciatore americano, dove i caddy continueranno ad essere caddy. La riforma nel merito contiene cose buone e cose pessime, ognuno la giudicherà, ma non è accettabile il discorso che una cattiva riforma è comunque un passo avanti, quella del titolo V, voluta dalla sinistra fu un grosso passo indietro. Perciò ognuno scelga con calma, questa riforma non cambia il Paese, lo porta un po’ confusamente  verso il presidenzialismo, per alcuni un bene, per altri un male. Certo è un presidenzialismo casuale, non studiato, senza i dovuti poteri e contrappesi, una “cosa” all’italiana, belletto in assenza di visioni lunghe, così non è il referendum che ingessa il Paese, ma la mancanza di una seria riforma dello Stato, la buona scuola è servita a mettere in ruolo 80000 insegnanti  che vagavano da anni nei meandri,  senza concorsi, senza verifiche di qualità, più che una buona scuola, una buona azione. Proseguono i condoni fiscali, mentre si ferma la lotta all’evasione e alla corruzione, dove si dovrebbero ridurre i gradi di giudizio e sequestrare in via cautelativa i beni. Leggi semplici, ma che non si vedono, in compenso dopo aver pagato le tasse, scopri che non hai diritto a molti servizi sanitari, visite, analisi, farmaci, visto che il ticket regionale è più alto del costo della prestazione pagata integralmente e allora ti viene veramente voglia di dire No ad una cancellazione del Senato, che non lo cancella,ma lo consegna alle Regioni, la peggior classe politica del Paese, perché riforma da noi vuol dire complessità, complessità porta burocrazia e la burocrazia corruzione. No, non sempre cambiare moglie rende più facile la nostra vita.

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