Ansia da prestazione (politica)

Bill-Clinton-the-Lady-Killer-grande Molti sono i danni che l’ansia provoca. I peggiori sono quelli legati a non apparire sui libri di storia. Gli USA, dalla loro nascita molte cose hanno fatto pro bono mereri e la storia gliele riconosce tutte. Ma molti americani, soprattutto se presidenti, hanno questa ipervitalità che non li fa contenti di guidare la più grande potenza militare del momento, ma gli genera anzi la necessità di dimostrarlo. Dalla fine della seconda guerra mondiale, non c’è presidente, tranne forse Carter, che non abbia voluto legare il suo nome a una qualche guerra. Eisenhower alla Corea, Kennedy, megalomane, provò addirittura a scatenare la terza guerra mondiale, trovò un contadino di buon senso, Kruscev, e ci andò bene, ma mise le basi per la guerra del Vietnam, che coinvolsero Johnson, Ford e Nixon (tutti pronti a perderla, ma non a chiuderla). Carter si giocò la sua rielezione per non dichiarare guerra all’Iran di Komeini. Non lo fece neanche il furbo Reagan, che inventandosi lo scudo stellare, in pratica dichiarò guerra a tutti. Ma era un attore di b-movies e allora tendeva a spararle grosse, poi di politica capiva tanto abbastanza da consultare la moglie, che consultava una sensitiva. Fu il tempo del primo Bush e immancabilmente il tempo di Kuwait e Iraq. Clinton bombardò qua e là senza sapere bene cosa e perché, ma qualcosa doveva fare per distogliere l’attenzione dall’uso inconsueto che faceva dei sigari. Bush junior ha spalancato la voragine della follia, certo ci furono le torri gemelle, ma chi aveva creato i presupposti di Al Qaida era stato paparino, quando era direttore della CIA e forse per questo alzò un polverone che al confronto, quello che uccise i dinosauri, può considerarsi il fumo di una sigaretta. Obama è primo in tante cose, anche nell’essere il premio Nobel per la pace più guerrafondaio della storia. Minacce all’Iran e alla Siria, fuga ignominiosa dall’Iraq e dall’Afghanistan, ora all’improvviso si accorge che esiste Isis e allora chiede guerra, anche perché contro la Russia di Putin gli europei proprio non vogliono che la faccia. Con buona pace del cioccolataio ucraino che lo tira continuamente per la giacchetta.

Ma non è colpa loro, è colpa della storia che ci racconta morte vita e miracoli di quelli che fanno le guerre, perché delle guerre si citano date e motivazioni. La pace invece non lascia tracce, avete mai letto date sulla pace ? No, sono il vuoto tra una guerra e l’altra, tra un’invasione e un attentato, tra una morte e un genocidio. O forse è colpa nostra che tramandiamo il passato, solo ricordando e quindi esaltando questi momenti. Dobbiamo ripensarla questa benedetta storia e forse avremo più pace.

 

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