Anche se Delrio alza la voce la sinistra è finita

Certo la nascita del governo Di Maio-Salvini ha mandato definitivamente in tilt la sinistra, che già versava in stato confusionale. Dalla pseudo sinistra del Pd a quella pseudo rivoluzionaria è stato un coro di esorcizzazioni, di preconizzazioni di imminenti catastrofi, fino alla demonizzazione finale del ministro Delrio, “non tutte le novità sono un bene, anche il fascismo era una novità”. Aiuto, il governo che decreta la fine della destra e della sinistra è in realtà un governo fascista! Così vediamo uscire dai cassetti le copie della Costituzione da difendere, la stessa che un anno fa si voleva stravolgere, ma ora non è tempo di coerenza, ma di Resistenza. Nessuno che si chieda perché la sinistra sia ai suoi minimi storici o meglio se lo chieda seriamente. La caduta del comunismo storico ha privato il suo popolo di un modello alternativo al capitalismo, un modello da realizzarsi ma comunque, un sol dell’avvenire, mentre il capitalismo evolveva nella sua versione più “feroce”: globalismo e finanziarizzazione. Dopo quell’evento, la sinistra che era già diventata sinistra di potere culturale, intellettuale e in certa misura giudiziario, si combinava con le culture di sinistra dei resti del pentapartito e si convertiva al neo-liberismo, al mercato come segno di modernità. Gli scioperi cedevano il passo agli aperitivi letterari, gli operai agli imprenditori liberal, gli sconfitti, alla nuova borghesia burocratica e salottiera. Questa conversione doveva però essere mascherata dietro parole e forme vuote, come la bandiera dell’antifascismo, in assenza di un vero fascismo, inoltre l’adesione completa al neo liberismo la spingeva a darsi nuove vesti rispetto al passato, da qui la difesa del diverso, del lontano, che nascondeva il tradimento dei prossimi. Il politically correct serviva a evitare di sporcarsi le mani in periferie sempre più sporche e miserabili. Mentre si ritirava con pavidità e disonore dal fronte dei diritti sociali, la sinistra si consolava trovando nuove narrazioni, i diritti civili nella zona dei genitali: matrimoni tra omosessuali, adozioni per le coppie omosessuali, moltiplicazione delle identità sessuali. Tutti diritti di cui una società può liberamente dotarsi, ma che non possono sostituire i diritti sociali e costituzionali. Eppure la polemica più forte contro il governo fascista di Conte è stata per le improvvide dichiarazioni del ministro Fontana sui gay, non sulla politica economica o sociale. Del resto cosa poteva dire la sinistra al Sud che aveva votato Di Vittorio e ora trovava in Di Maio l’eroe del suo riscatto? Cosa poteva dire agli ultimi, che non sono i frequentatori dell’ Ultima Spiaggia di Capalbio, se non che era il poliziotto buono che serve gli identici fini di quello cattivo, facendo credere alle persone e anche a se stessa, di agire nel loro interesse, quando il loro interesse è dettato dal potere economico- finanziario. Cosa può dire una sinistra che manda in Tv un intellettuale raffinato e avulso dalla realtà, come Cuperlo, un perfetto esponente di una sinistra che non si è neppure accorta di essere rimasta l’ultimo alfiere del neo liberismo e un pariolino intelligente come Calenda, che del neo liberismo è la vestale, quando in America hanno eletto Trump, questi scimmiottano Tony Blair. Perché stupirsi se le tute blu sono diventate verdi, quando a sinistra si teorizzava una economia basata sulla finanza, in cui il lavoro diventa una commodity e tale è diventata. Ora Delrio alla Camera chiama il popolo alle armi, contro il nuovo fascismo del governo grillo- verde, sventolando le bandiere dell’Anpi, a cui poco tempo fa Renzi aveva vietato le feste dell’ Unità. Non hanno capito nulla, ancora una volta si ergono a garanti dei conti pubblici, che in decenni di governo hanno scassato, agitano con la Resistenza lo spread, senza avere il coraggio di ammettere che hanno lasciato crescere una democrazia formale, dove i politici possono solo decidere quali ospedali chiudere, non se chiuderli. Loro accusano gli avversari di non avere un progetto di Paese, loro che sono il poliziotto buono del turbocapitalismo, i risanatori in deficit, i principi della flessibilità. Dispiace perché quelle bandiere un tempo gloriose, sventolano nelle mani di personaggi inadeguati, che mentre accusano gli altri di mentire, mentono di più e la cosa grave è che spesso non se ne accorgono, perché non hanno capito nulla.

 

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