In un Paese dove straripano tutti, è straripato anche Giorgio Napolitano, per ricordare a tutti che la padania non esiste (per questo merita la minuscola) e che l’Italia è una ed indivisibile. Forse è indivisibile, certamente non è una e non perché si pensa alle cento Italie della retorica, alla ricchezza delle diversità, ma alle due Italie: quella del centro-nord e quella meridionale, come dire la Baviera e la Grecia.
Quando si parla di industria ci si deve fermare al Lazio, al sud sopravvivono pochi grandi gruppi, per lo più pubblici, se si parla di finanza e servizi, ci si ferma poco oltre Milano, per la sanità ci si ferma in Toscana, per i servizi pubblici poco oltre. Al sud restano primati non invidiabili: l’emigrazione interna ed estera, l’evasione fiscale, con punte dell’80% del Pil in alcune zone, il lavoro nero, un esempio per tutti: le assistenti odontoiatriche in Emilia sono più di ventimila ed in Sicilia tremila, eppure la seconda ha molti più abitanti, perché? La risposta, facile, è lasciata al lettore. La disoccupazione ed in particolare quella giovanile, ha punte vicine al 40% proprio in Campania. Non parleremo di Napoli, che è la città in cui il nostro Presidente ha vissuto ed è stato eletto per decenni, qualcuno ritiene funzioni come una qualsiasi città del nord? Il Presidente, essendo economista, fa bene a preoccuparsi del giudizio delle società di rating e del mercato, del downgrade dell’Italia e di importanti città del nord, ma quale sarebbe il rating di Napoli, Palermo, Catania o del Lazio? Al massimo C, però con outlook negativo. Purtroppo esistono due Italie e la realtà non cambia perché Bossi straparla di padania, per prendere i voti nelle valli alpine. La Lega ha una colpa grave: non aver cambiato le cose quando è andata al governo, ma la classe politica di cui il Presidente fa parte, ha una colpa più grave, aver determinato la situazione.
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