E delusioni. Parlando di politica estera europea, abbiamo due ipotesi: o siamo etero-diretti come quelle macchinine che sono elettro-comandate ( quindi non decidiamo niente), oppure l’ispirazione è quella amorosa, con relative conseguenze. L’ennesima conferma è il caso Erdogan. Che sia un circa dittatore è vero da sempre, che il colpo di Stato che dice di aver sventato, è una bufala evidente. Ma finchè bombardava i curdi del PKK (mentre combattevano Isis),fin chè dal califfato comprava petrolio, abbatteva caccia russi, ecco questo non lo vedevamo. Eravamo ciechi anche quando, con la scusa del colpo di Stato, imprigionava giudici, giornalisti, oppositori politici. E anche quando “giocava” con chi scappava dalla Siria per venire in Europa, ci andava bene, anzi proprio in quel momento gli abbiamo promesso miliardi di euro e accelerato le pratiche per entrare nella CE. Poi il vento è cambiato. Le relazioni con Mosca si sono normalizzate, la guerra ad Isis è stata presa sul serio dalla Nato (per paura che la “vincessero” Siria e Russia) e allora, sui giornali prima e nelle cancellerie dopo, da santo è diventato diavolo. Ora vogliamo fare passi indietro, sia sui soldi, che sui profughi, che sulla sua entrata nella Comunità. Coerenza pochina, come quando ci si innamora e poi si viene lasciati. Sentimenti di pancia. O forse peggio. Mosse, le nostre non gradite in altro (alto) loco. Già, perchè ora Mr.Trump (the President) ride e sorride agli uomini forti (Putin), però le sue agenzie (CIA e compagnia cantante) non si possono permettere di allentare la morsa contro i russi, quindi mandano noi a ringhiare. Noi che con la Russia facciamo affari. Noi che abbiamo tutto da perdere da una politica contro. Noi cui Mr.Trump minaccia di mettere tasse e balzelli sulle nostre esportazioni in casa sua. Noi quindi, cornuti e mazziati. Noi abbandonati da tutti, e forse sempre alla caccia di qualcuno che ci voglia bene. Noi che non ci decidiamo a crescere, ad avere una politica europea vera, un esercito europeo vero. Noi eterni bambini che combattiamo il bullismo nelle nostre scuole e mai nelle nostre nazioni.
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